Rete ospedaliera, Pd: “E’ il più grande bluff targato Marsilio e centrodestra”

Conferenza stampa a Pescara del centrosinistra sull’approvazione della rete ospedaliera regionale. “Altro che primato, la sanità è il più grande bluff targato Marsilio e centrodestra”

Dopo una giornata piena di tensioni e di scontri, il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha approvato con i voti della maggioranza di centrodestra la nuova rete ospedaliera abruzzese, un provvedimento che mancava da 25 anni. Le opposizioni di centrosinistra e del M5S sono uscite dall’aula in segno di profondo dissenso verso la nuova norma. E stamani i consiglieri del centrosinistra hanno tenuto una conferenza stampa per esprimere forti critiche sul provvedimento approvato.
Di seguito l’articolato comunicato stampa del centrosinistra

IL TESTO DEL COMUNICATO

“Cinque anni per un progetto pieno di lacune a senza visione. Niente atti di governo, né opere: altro che primato, la sanità è il più grande bluff targato Marsilio e centrodestra” “In cinque anni La programmazione e sanitaria sono ancora sulla carta. Della gestione Marsilio non ricorderemo opere, ma solo annunci e debiti. La sanita, fra i tanti bluff del governo regionale di centrodestra, a quello più grosso e dagli effetti peggiori per Ia comunità: oggi I cittadini pagano servizi e prestazioni che non ricevono. Intanto in Abruzzo crescono le liste di attesa e i deficit delle 4 Asl, arrivati ormai oltre i 170 milioni di euro, come rileva anche Ia Corte dei Conti. L’unico primato tangibile 6 aver riportato la sanita regionale indietro di dieci anni”, cosi i gruppi Pd, Legnini Presidente e Abruzzo in Comune sulla rete ospedaliera.

“Marsilio vuol far credere agli abruzzesi di aver rivoluzionato la sanita con il gioco delle poltrone dei direttori generali — incalzano i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto e Sandro Mariani -. Non c’e nulla che attesti che il centrodestra si stia occupando della salute degli abruzzesi, perché Ia rete ospedaliera approdata in Consiglio regionale dopo tanti anni di attesa non nasce per essere concretizzata. II diritto alla cura resta al palo come le tante urgenze rimaste tali: strutture, organici, attrezzature, liste di attesa, mobilita passiva, formazione.

Un momento storico sprecato. II Consiglio non approva una rete ospedaliera dal lontano 2005/8. Ma net chiedersi se il governo regionale abbia colto Ia rilevanza di tale approdo, salta agli occhi che così non 6, visto che l’attuale rete non ha l’ambizione di essere attuata, ne c’è l’interesse di farlo nei prossimi mesi. Per questo non l’abbiamo votata. E una legge approvata per procedere a una campagna elettorale, cercando di rivendicare risultati che non ci sono non ci o saranno perché ha obiettivi insostenibili. L’auspicio e che il nuovo governo, speriamo a guida di Luciano D’Amico, rimetta mano alla rete perché possa esserlo. L’ultima programmazione e del 2016, da allora a oggi tutto é rimasto congelato. L’attuale rote non risponde alle esigenze della comunità abruzzese, non migliora la qualità delle cure, non attrae professionisti a fare da motore al sistema e, dulcis in fundo, dovrebbe reggersi a invarianza di spesa. Questi sono limiti non da poco.

II flop nei dati. A parse Ia mancanza di visione, ci sono cinque anni di totale immobilità che hanno visto scendere qualità e quantità delle prestazioni della sanita abruzzese. Alcuni esempi: a Ortona, net 2018 si erogavano 5.204 prestazioni net 2022 siamo a 2.826, il 50 per cento in mono; a Castel di Sangro si passa da 1.512 a 843, il 44% in mono; al Renzetti di Lanciano, si va delle 9.051 prestazioni del 2022 a 6.287 di oggi; Sulmona, sulla carta Dea di I livello, passa da 5.379 di quando non lo era alle 3.581 della fine del lavoro di questo governo regionale; a Vasto si passa da 10.103 a 7.425; Atri da 6.200 a 5.200; Avezzano da 14.188 a 11.173; Giulianova da 4.136 a3.850; e L’Aquila da 20.819 a16.900. L’argomentazione non può essere più il Covid che ha colpito l’Abruzzo e in altre regioni (vedere allegato).

Pazienti in fuga. Saldo mobilita passiva recita che net 2020 -101 milioni, net 2021 92, mentre si lasciava net 2018 a -71 e net 2015 -76 milioni, una crescita progressive che rileva che chi ha potuto permetterselo ha cercato risposte fuori dall’Abruzzo, oggi non solo per prestazioni urgenti e gravi, ma anche per quelle di media e bassa complessità. Per quanto riguarda i primati, a noi pia che quelli teorici sventolati da Marsilio per fare campagna elettorale con questa rete, interessa un’altra maglia nera per l’Abruzzo che fa motto clamore riguarda Ia percentuale di pazienti operati di tumore al colon secondo la tempistica: in Italia si va dal 49% medio al massimo del 74 per cento, qui da noi Ia percentuale é Ia peggiore di tutte, it 19%. Dietro questi numeri c’è tanto dolore che resta non affrontato e che sembra non interessare affatto a chi governa, perché negli anni non ha migliorato le performance (vedere allegato).

DEA o non DEA. La Regione sceglie Ia funzionalizzazione dei 4 ospedali ma non individua il Dea di II livello richiesto dalla legge, il DM 70. Ma la norma deve essere rispettata e richiede che si scelga almeno un DEA di II livello. Invece it centrodestra non solo non lo fa, ma rimanda di tre anni la scelta, dichiarando nell’ordine del giorno che accompagna il documento che questa rete non risponde al DM 70! Tant’e che net testo (vedi allegato) c’è Ia richiesta al Presidente di impegnarsi a chiedere al Governo di modificare il DM 70, ammettendo tale lacuna.

Una rete senza futuro. II verbale dei Ministeri non risolve it problema della rote ospedaliera perché questa non risponde a nessuna delle domande poste. II Ministero chiede di garantire le tappe dei Dea di II livello, di accelerare Ia tempistica per accedere alle risorse dell’articolo 20, giunto ora a 700 milioni di fondi disponibili ma che sono rimasti congelati per scelta perché non si e voluto approvare nulla. La rete dovrà trovare soluzione a problemi irrisolti come il percorso nascite a Sulmona, l’Emodinamica di Vasto. E poi c’è un passivo ormai strutturale che da -72 milioni e arrivato a -170 net 2022 e peggiora, tanto che la Corte dei Conti rileva che c’è un livello strutturale di costi non compatibili con Ia sostenibilità del sistema regionale, che pur registra un aumento dei finanziamenti.