Riciclaggio internazionale di auto di lusso: due arresti, dieci persone denunciate, sequestri anche in provincia di Pescara.
La Polizia Stradale di Frosinone ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Cassino nei confronti di un commerciante on-line di autovetture per riciclaggio di auto e di altri reati di falso. Lo stesso è stato condotto nel carcere di Cassino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria ed entro cinque giorni sarà sottoposto ad interrogatorio. Un’altra persona è stata arrestata in flagranza di reato nel corso dell’indagine, mentre altri 10 soggetti sono stati denunciati a piede libero.
Nel corso dell’operazione sono state sequestrate, in varie zone del Lazio e dell’Abruzzo ed in particolare nella provincie di Frosinone, Latina, Rieti e Pescara, 38 autovetture di provenienza furtiva per un valore totale di circa 600 mila Euro.
Le indagini hanno avuto inizio nel mese di novembre dello scorso anno a seguito del sequestro di una Range Rover Sport con telaio contraffatto, risultata proveniente da un furto commesso alcuni giorni prima in provincia di Napoli. La persona trovata in possesso dell’autovettura era un commerciante di veicoli di Cassino (FR) con alcuni precedenti penali. Gli accertamenti svolti sul commerciante hanno portato all’identificazione dei complici ed a scoprire le modalità con le quali veniva posta in essere l’attività illecita, finalizzata essenzialmente a reinserire nel circuito commerciale lecito i veicoli rubati.
Tramite ramificate conoscenze nel settore dei furti delle auto con base nel napoletano venivano acquisiti i veicoli di provenienza illecita, rubati in varie parti d’Italia e all’estero, in paesi come Francia e Germania. Venivano, in seguito, alterati i numeri identificativi di telaio e venivano formati falsi documenti che attestavano la provenienza estera dei veicoli, clonando i dati di autovetture regolarmente circolanti in Spagna, Danimarca, Polonia o Francia. Si procedeva poi all’immatricolazione in Italia tramite nazionalizzazione ed alla successiva vendita avvalendosi dei canali offerti dall’e-commerce. In
alcuni i casi i veicoli venivano forniti di chiavi originali rubate direttamente presso gli stabilimenti di produzione prima che giungessero in catena di montaggio. Altro canale di approvvigionamento dei veicoli era quello delle truffe ai danni di concessionari di Frosinone tramite finanziamenti ottenuti a nome di persone inesistenti che si presentavano presso gli autosaloni con documenti di identità falsi e con buste paga contraffatte.