Se la ricostruzione all’Aquila e nei Comuni del cratere sismico è entrata nel vivo già nel 2015 (pur rimanendo ancora indietro le frazioni, dove soltanto nelle ultime settimane si vedono innalzare gru più numerose), le case dell’edilizia residenziale pubblica, le cosiddette case popolari Ater sono ancora esattamente come all’indomani del sisma.
Gli inquilini dei quartieri di Valle pretara e del Torrione sono ospitati attualmente all’interno di alcuni insediamenti del progetto Case, una ricostruzione sinora ferma, o comunque lentissima che ha tenuto in sospeso anche le speranze degli inquilini di progettare un ritorno a casa. I soldi in realtà ci sono, 100 milioni messi a disposizione dal governo di cui 20 stanziati un paio di ani fa tramite la delibera Cipe, ma di questi sono soltanto 5 quelli realmente stati destinsti all’apertura di caniteri. Per risolvere l’impasse, il Comune dell’Aquila ha voluto un incontro, sollecitato dall’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, al quale hanno preso parte, tra le vari figure coinvolte nella ricostruzione, i dirigenti dell’Ater aquilana, il provveditorato alle Opere pubbliche e il responsabile nazionale della struttura di missione.
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