La Ricostruzione post sisma 2016-17 accelera, nonostante le difficoltà, e anche l’edilizia privata avanza e registra l’apertura di 10mila cantieri. Oggi il commissario Giovanni Legnini ha fatto il punto sul quadro completo della situazione nel Centro Italia
Nonostante la pandemia da Covid-19, l’esplosione dei prezzi, la saturazione del mercato edilizio, gli effetti negativi della guerra in Ucraina, negli ultimi due anni la ricostruzione nel centro Italia, dopo i terremoti del 2016 e del 2017, ha fatto un balzo in avanti significativo. Infatti sono stati aperti 10mila cantieri dell’edilizia privata e c’è stata un’accelerazione degli interventi pubblici: 365 le opere terminate e altre 315 in corso di realizzazione.
A presentare il quadro completo della situazione oggi è stato il commissario straordinario Giovanni Legnini il quale ha illustrato il Rapporto 2022 che fa il punto sullo stato di avanzamento della ricostruzione privata, di quella pubblica e della riparazione delle chiese e degli edifici di culto ma anche sui danni causati dai terremoti che complessivamente ammontano a 26,5 miliardi di euro e su quelli registrati nei singoli comuni. Amatrice conta i danni maggiori che si aggirano su 1,3 miliardi di euro, seguita da Camerino con 1,2 miliardi di danni, e da Norcia, con 1,1 miliardi.
Per conoscere nel dettaglio i contenuti del Rapporto 2022 clicca qui: Rapporto a Giugno 2022_Commissario Sisma 2016_def (1)
Il commissario Legnini spiega che <Per la ricostruzione privata a fine giugno 2022, nel complesso, sono arrivate 22.700 richieste di contributo per 7,6 miliardi di euro, delle quali 14.234 approvate con 4,3 miliardi di contributi concessi. Le domande di contributo già avviate rappresentano il 45% di quelle attese in termini numerici ed il 39% in valore. Negli ultimi due anni le richieste sono raddoppiate e i contributi concessi triplicati.
I cantieri privati completati sono 7.256, con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziale e l’8% a carattere produttivo. I cantieri autorizzati oggi sono circa 7 mila.
Anche gli interventi pubblici, nonostante le difficoltà generali, registrano passi avanti importanti. La spesa effettiva, grazie anche alle procedure veloci delle Ordinanze speciali per i comuni più colpiti, è arrivata a luglio a 768 milioni di euro, rispetto ai 559 di fine 2021 e i 265 milioni di fine 2020.
Nel giro di un anno, considerando anche i lavori sulle chiese, il numero dei cantieri pubblici chiusi è salito da 151 a 365. Quello dei cantieri aperti, 316, è raddoppiato, ed è destinato a crescere sensibilmente entro la fine del 2022, sia per l’avanzamento della programmazione, che oggi vede quasi un miliardo di interventi in fase di progettazione e sempre più vicini alla cantierizzazione, sia per l’avvio concreto, entro dicembre, dei 525 interventi previsti nel cratere da NextAppennino, il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma 2009 e 2016.
Non è irrealistico immaginare che, compatibilmente con le condizioni di mercato, che oggi restano difficili, si possano vedere all’opera entro sei mesi un migliaio di cantieri pubblici, e che si possa riprendere un ritmo di maggior crescita dei cantieri privati anche grazie al ritorno di interesse delle imprese e dei tecnici, di cui si vedono i primi segnali, che attualmente operano in numero insufficiente alla ricostruzione.
Il lavoro che resta da fare è ancora enorme. Si attendono altre 28 mila richieste di contributo da parte dei privati, occorre realizzare 4.300 interventi pubblici ed impostarne quasi altri 2 mila nuovi. Le nuove procedure e le semplificazioni introdotte garantiscono attualmente un buon funzionamento della macchina della ricostruzione, come riconoscono anche le istituzioni internazionali che forniscono la provvista finanziaria alla ricostruzione e la stessa Corte dei Conti. Un ulteriore passo avanti per consolidare e rendere più efficiente e veloce questo difficilissimo processo potrà arrivare dal Testo Unico della ricostruzione privata, atteso ad ottobre, e dalla nuova piattaforma telematica per la gestione delle pratiche, che da gennaio 2023 sostituirà quella attuale, ormai obsoleta. Oggi le risorse garantite da NextAppennino, 1 miliardo e 780 milioni, dei quali 700 sotto forma di incentivi ai nuovi investimenti delle imprese, possono rappresentare un ulteriore volano alla crescita e allo sviluppo dell’Appennino Centrale, oltre la ricostruzione materiale degli enormi danni causati dai terremoti>.