Tragedia Rigopiano: 9 mesi di silenzi, la rabbia dei familiari delle 29 vittime dell’Hotel Rigopiano, raso al suolo lo scorso 18 gennaio, da una valanga.
La Procura, all’indomani della tragedia, aveva assicurato di fare la massima chiarezza per individuare le responsabilità di quanto avvenuto. 9 mesi sono passati ed il lavoro certosino degli inquirenti prosegue, lontano, come si conviene, dai riflettori, mentre su un binario parallelo procede l’iter per la bonifica dell’area. Nel mezzo i parenti delle vittime che lamentano uno strano silenzio intorno a loro, nessuno che li tenga informati su quanto sta avvenendo, e non solo da un punto di vista giudiziario. C’é anche da sottolineare che le complesse indagini sono dovute passare da diverse scrivanie dopo il trasferimento della Tedeschini e che il nuovo Procuratore Capo Massimiliano Serpi, insediatosi da poco, ha dovuto avere anche il tempo di leggere le carte, supportato da Andrea Papalia, il Pm che ha ereditato il fascicolo iscrivendo 6 persone nel registro degli indagati. S’indaga su più fronti, quello più caldo sembra essere legato alla prevedibilità della valanga con un pool di avvocati che sta cercando di dirottare le attenzioni della Procura sulla mancata dotazione da parte della Regione della carta di localizzazione dei pericoli da valanga. Ma c’é anche il filone riguardante le autorizzazioni relative all’ampliamento dell’Hotel, in origine semplice rifugio, e quello sulla percorribilità delle strade e il mancato intervento di mezzi appropriati per consentire agli ospiti dell’Hotel di tornare a valle. Oggi i familiari delle vittime saranno ricevuti dal Procuratore Capo Serpi con la speranza di poter avere qualche risposta nel marasma delle mille domande che da gennaio ad oggi si alternano senza pace al dolore e alla disperazione per la perdita di 29 persone innocenti.