Il belvedere di Chieti porterà il nome di Domenico Di Michelangelo, il poliziotto morto insieme alla moglie Marina nella tragedia dell’hotel Rigopiano. Ieri flash mob nella sua città natale.
Un centinaio di persone ha partecipato ieri pomeriggio a Chieti al flash mob organizzato per ricordare Domenico Di Michelangelo, per gli amici Dino, il poliziotto in servizio ad Osimo, morto con la moglie Marina Serraiocco, travolto dalla valanga che, il 18 gennaio del 2017, ha spazzato via l’hotel Rigopiano a Farindola uccidendo 29 persone. Il Comune di Chieti ha annunciato che intitolerà a Di Michelangelo un belvedere che sorgerà nel quartiere del Sacro Cuore, quello in cui il poliziotto è cresciuto. Sarà realizzato anche un piccolo monumento in pietra della Majella che sarà scolpito da Maria Elena Carulli , artista ed amica della famiglia. Due mani protese verso la Majella e il Gran Sasso e due targhe ricorderanno Di Michelangelo e tutte le vittime di Rigopiano. Intanto un docente del Liceo artistico di Chieti ha donato un ritratto del poliziotto scomparso ai suoi genitori. Il figlio Samuel, che ha compiuto 8 anni lo scorso gennaio, è fra i quattro bambini che sono sopravvissuti alla tragedia. La famiglia, originaria di Chieti, da anni viveva ad Osimo. Il flash mob si è svolto nella Villa comunale del capoluogo teatino nel giorno in cui Di Michelangelo avrebbe compito 42 anni. Familiari, amici e parenti, e tra loro c’era anche il presidente del Comitato vittime di Rigopiano Gianluca Tanda, hanno dato vita ad un cerchio tenendo candele in mano per ricordare tutte le vittime.
Alcuni amici hanno preparato una torta e le candeline sono state spente da Alessandro Di Michelangelo, fratello di Dino ed agente della Polizia di Stato il quale ha detto: “Cerchiamo verità per i nostri angeli e dobbiamo avere fiducia nelle Istituzioni e nel lavoro encomiabile della magistratura. Vedendo l’impegno che metteva Dino nel suo lavoro sicuramente deve esserci una parte che funziona in questo Paese e che darà risposte ai cittadini e ai nostri familiari”.