Il Sito di Interesse Comunitario “Ripe di Turrivalignani” è stato letteralmente sfregiato da pesanti lavori che stanno comportando veri e propri sbancamenti, tagli di alberi e distruzione di arbusti, per riaprire una vecchia strada. Il tutto in pieno periodo riproduttivo dell’avifauna protetta dall’Unione Europea, a partire dal Falco Pellegrino che nidifica sulle falesie. Esposto della Stazione Ornitologica Abruzzese
Pur non avendo trovato cartelli, pare che si tratti di lavori di riapertura di una vecchia strada comunale che nei decenni si era trasformata in larga parte in un bellissimo sentiero panoramico adatto all’escursionismo e a una fruizione dei luoghi rispettosa dei valori ambientali, paesaggistici e naturalistici di un sito tutelato sulla carta a livello internazionale.
Per comprendere la rilevanza dell’area, RFI ha ritenuto di non toccare il sito nello studio delle diverse opzioni di tracciato per il suo progetto di raddoppio della ferrovia Pescara-Roma. Ora, invece, qualcuno manda ruspe a camion con scavi permanenti.
Dichiara Massimo Pellegrini, naturalista e presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese:
“Abbiamo presentato un esposto perché è veramente incredibile che un Sito di Interesse Comunitario sia trasformato in un cantiere con lavori pesanti, per giunta in pieno periodo riproduttivo lavorando fin sotto le pareti dove il Falco pellegrino cova le sue uova. Il disturbo può causare l’abbandono del nido oppure la morte degli embrioni nelle uova se non vengono covate anche per poche ore. Per non parlare degli alberi e degli arbusti abbattuti. L’eventuale preesistenza sulla carta di una strada comunale che peraltro non collega centri abitati che sono serviti da una rete stradale asfaltata non può certo giustificare lavori di questo tipo visto che ormai era divenuto un bel sentiero. Con questa “logica” anche alla Camosciara nel cuore del parco d’Abruzzo si dovrebbe ripristinare l’antica strada comunale segnata sul catasto: che facciamo, abbattiamo i boschi che nel frattempo sono cresciuti? Adesso ci ritroviamo una grossa strada con enorme impatto paesaggistico, visto che sono stati fatti anche sbancamenti e scavi tutto attorno, che sarà anche un punto di accesso per mezzi che disturberanno la fauna anche nel futuro e magari anche per malintenzionati. Crediamo sia venuto il tempo per la Commissione Europea di aprire un dossier sulla gestione di questi siti da parte dei comuni e soprattutto della regione Abruzzo, con un ufficio parchi di cui ormai non capiamo il ruolo rispetto all’attuazione delle direttive comunitarie in materia di tutela della biodiversità”.