Un cavillo giuridico ritarda gli indennizzi della strage di Limmari, frazione di Roccaraso, che risale esattamente ad 80 anni fa. I risarcimenti previsti dalla sentenza del Tribunale di Sulmona saranno garantiti dal fondo del Pnrr, messo a disposizione del governo. Ma c’è da aspettare
Per l’eccidio di Pietransieri permane un problema di carattere procedurale come spiega l’avvocato, Monica Oddis, uno dei cinque legali che ottenne la sentenza storica del Tribunale.
“Per accedere al fondo la sentenza deve passare in giudicato. In questo caso parliamo di un definitivo solo parziale perché sono rimaste scoperte le posizioni di alcuni eredi. Recentemente la Corte di Cassazione ha richiamato la competenza della Corte d’Appello. Speriamo di scrivere la parola fine al più presto sulla vicenda”, ha dichiarato il legale che si attiverà, non appena possibile, per compilare i moduli e accedere al fondo di 61 mln fino al 2026 che stabilisce le modalità di accesso.
L’eccidio di Pietransieri costò la vita a 128 civili inermi, che il 21 novembre del 1943 furono trucidati nel bosco dei Limmari dai soldati nazisti senza motivazioni documentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani. A Pietransieri, frazione del Comune di Roccaraso in provincia dell’Aquila, persero la vita 128 persone, di cui 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni e molti anziani. Nel 2017 il Tribunale di Sulmona aveva condannato la Germania al risarcimento di 1 milione e 600 mila euro nei confronti del Comune di Roccaraso e di circa 5 milioni da versare agli eredi delle vittime dell’eccidio di Pietransieri.