Condannato per aver abusato della figlia, un cinquantenne di di Roseto degli Abruzzi è stato privato della responsabilità genitoriale.
La Corte d’appello de L’Aquila ha deciso, che il cinquantenne di Roseto degli Abruzzi accusato di aver abusato e maltratto la figlia di 13 anni non sarà più il suo papà. I giudici hanno stabilito nei confronti dell’uomo, condannato in primo grado a nove anni al termine di un rito abbreviato, la perdita della responsabilità genitoriale. La decisione è stata assunta al termine dell’udienza dopo il ricorso presentato dall’uomo. I giudici hanno rideterminato la pena da nove ad otto anni a causa dell’assorbimento di un reato in un altro (i maltrattamenti alla suocera sono confluiti nella violenza), mentre hanno accolto in toto la richiesta della perdita di responsabilità genitoriale fatta dall’avvocato che assiste la minore per la quale è stato nominato un curatore speciale. L’uomo è accusato di aver abusato della figlia e della suocera, di aver maltrattato la moglie e l’altro figlio minorenne. Il cinquantenne era stato allontanato dalla casa familiare in seguito alla segnalazione di alcuni insegnanti che erano riusciti a percepire i segnali di disagio della ragazzina che era diventata da solare e loquace a introversa, imbronciata e silenziosa. La polizia nel corso delle indagini aveva raccolto decine di testimonianze tra familiari e conoscenti e il tribunale dei minori dell’Aquila aveva sospeso la potestà genitoriale sia al padre che alla madre affidando la ragazzina alla nonna vittima anche lei di maltrattamenti da parte dell’uomo.