Il bollettino medico parla di prognosi riservata in condizioni critiche per Gianfranco Pigliacampo, il benzinaio aggredito sabato mattina da un 38enne.
Intanto si chiarisce la dinamica dell’episodio grazie anche al resoconto fornito dallo stesso aggressore che poche ore dopo l’accaduto si è presentato con il suo avvocato in caserma. Si tratta chiaramente di un’unica versione che andrà comparata anche con ulteriori accertamenti, ma stando a quanto riferito al Pm della Procura di Teramo Laura Colica i fatti sarebbero andati in questo modo: nella mattinata di sabato il figlio dell’aggressore sarebbe stato mandato da Pigliacampo per riempire una bombola di gas chiedendo di scalare 20 euro da un presunto vecchio credito evidentemente non riconosciuto dal benzinaio che, stando a quanto ha riferito il 38enne, avrebbe pesantemente insultato il figlio che a quel punto avrebbe chiesto l’intervento del padre. Dopo un primo animato confronto per telefono l’uomo si sarebbe recato dal benzinaio per chiarire la questione, Pigliacampo, tuttavia, lo avrebbe pesantemente minacciato e provocato tanto da indurlo a sferrare un pugno , talmente forte da farlo cadere pesantemente a terra e fargli sbattere la testa ad un cassonetto dei rifiuti. Il Pm avrebbe tra le altre cose contestato al 38enne l’omissione di soccorso visto che subito dopo si sarebbe allontanato, l’uomo ha risposto di essersi spaventato. Alla luce di quanto emerso fino a questo punto resta comunque delicata la posizione dell’aggressore che rimane accusato di tentato omicidio. Pigliacampo, intanto, continua a lottare tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Mazzini” di Teramo dove i medici parlano di prognosi estremamente riservata in condizioni critiche.
Il Servizio del Tg8:
Quello che fate non è giornalismo. Non scrivere che l’aggressore è un Rom è la negazione della verità dei fatti. L’Abruzzo ha un serio problema con la comunità Rom e non scriverlo sui giornali significa nascondere un fatto reale. Questo non è giornalismo come il fatto che questo soggetto non stia in galera non è giustizia.
Se non si sofferma solo al titolo ma legge il corpo della notizia, c’è scritto che è un “cittadino di etnia rom”. Ma poteva essere italiano o di qualsiasi altra nazionalità, poiché il grave gesto rimane lo stesso. La deontologia professionale ci impone di non fare differenze di etnia, colore, religione ecc… Poi sarà la giustizia a fare il suo corso. Mi raccomando, la prossima volta legga la notizia e non solo il titolo. Buona giornata.