Sanità Abruzzo: i lavoratori in appalto chiedono di essere stabilizzati

Chiedono una organizzazione migliore del sistema sanitario regionale, una maggiore tutela e una qualità dei servizi all’altezza dei cittadini e dell’emergenza sanitaria da Covid-19 i lavoratori in appalto che oggi hanno dato vita ad un sit-in a Pescara.

Senza diritti non possiamo combattere il covid-19 hanno detto a gran voce davanti alla sede dell’assessorato regionale alla sanità di via Conte di Ruvo gli operatori sanitari e il personale di mense e pulizie, assunti dalle cooperative e aziende in appalto. Luigi Iasci, responsabile regionale USB Abruzzo ha ricordato che da anni i lavoratori chiedono che i servizi sanitari in appalto ai privati possano essere reinternalizzati nel pubblico. Si sentono lavoratori di serie B, senza tutele e con stipendi che sfiorano la soglia di povertà ed hanno rivolto precise richieste all’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì.

Iasci ha evidenziato che “Ormai non è più una novità, l’emergenza Covid-19 ha messo in evidenza la necessità di potenziare il sistema sanitario nel nostro Paese e nella nostra Regione. Da anni chiediamo la reinternalizzazione nel pubblico dei servizi sanitari in appalto ai privati. Da mesi siamo in attesa della convocazione al tavolo tecnico proposto dall’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, ma ad oggi, dopo continui rinvii, della volontà di risolvere la questione sembrerebbe non essere rimasta alcuna traccia.

Gli operatori sanitari e il personale di mense e pulizie assunti dalle cooperative e aziende in appalto, e che svolgono le loro mansioni negli ospedali pubblici, sono di fatto lavoratori di Serie B. Pur lavorando fianco a fianco con i colleghi ASL, non hanno le stesse tutele, gli stipendi sono a ridosso della soglia di povertà e sono costretti a subire un’organizzazione lenta e macchinosa.

Da mesi sono ferme sia le chiamate per l’avviso pubblico relativo alle assunzioni di OSS per l’emergenza sanitaria, sia le procedure per il concorso OSS mirato a soddisfare il fabbisogno degli ospedali abruzzesi.

I lavoratori della sanità per mesi, invece, sono stati chiamati eroi, quando era necessario sostenerli attraverso i fatti, attraverso l’utilizzo di risorse presenti ma non utilizzate che avrebbero dovuto valorizzare il lavoro di tutto il personale della sanità e tutelare i cittadini in un momento storico estremamente difficile da affrontare a causa della Pandemia”.

 

Il Servizio del Tg8: