Sanità: il segretario provinciale dell’Aquila della Fials Confsal, Simone Tempesta, denuncia il mancato rispetto di una serie di accordi.
Accordi legati alla liquidazione della produttività arretrata e di una serie di impegni contrattuali per infermieri, tecnici, operatori socio sanitari, ostetriche, amministrativi e altre categorie sanitarie della Asl provinciale dell’Aquila, “gli eroi applauditi dalle finestre dal popolo italiano nell’emergenza covid”.
Tutto ciò a differenza di quanto fatto per la dirigenza medica e nonostante gli accordi siano stati sottoscritti “con tutte le Organizzazioni Sindacali firmatarie del Ccnl e con le Rsu, (non con una sola organizzazione)”.
Tempesta si riferisce “al contratto integrativo aziendale area comparto per il ‘residuo fondo fasce 2016 e 2017 e al pagamento del trattamento indennità accessorie 2016-2017’. Il sindacalista chiama in causa il direttore generale, Roberto Testa, minacciando il ricorso “a ogni forma di lotta al fine di tutelare gli interessi dei lavoratori e dell’intera cittadinanza”, questo “se la dirigenza della Asl non dovesse fornire seri chiarimenti su cosa è accaduto o non dovesse provvedere al pagamento di quanto sottoscritto negli accordi e non intraprenda immediatamente un confronto con tutte le Organizzazioni Sindacali e le RSU sulle politiche del personale”.
“Un profondo stato di frustrazione serpeggia tra tutto il personale dipendente – si legge nella nota – L’abnegazione del personale sanitario impegnato, anche a costo della vita, nell’emergenza Covid-19, è una nobile testimonianza dell’alto valore della Vita stessa, ma è accanto a questo encomiabile impegno, è avvilente vedere la disattenzione mostrata dai dirigenti della Asl nei confronti delle istanze dei lavoratori del comparto”. Tempesta parla anche del mancato pagamento della produttività 2018 e 2019 e delle progressioni economiche orizzontali, oltre al riconoscimento “di dieci minuti per la vestizione aumentati a 15 minuti per il personale che lavora in turni h24”. “Nulla è stato fatto finora – spiega ancora il sindacalista il quale annuncia che, per la carenza di personale e alla luce del fatto che – ci sono dipendenti che lavorano ininterrottamente per 21 giorni consecutivi senza fare riposo e che hanno cumuli di ferie arretrate che superano i 100 giorni, sembra inevitabile ricorrere alla chiusura e all’accorpamento dei reparti con conseguente riduzione dei posti letto per permettere il godimento di almeno 15 giorni di congedo ordinario agli operatori”.