Anche in Abruzzo il mondo della scuola oggi scende in piazza. A manifestare contro il Governo sono 26mila docenti, tra insegnanti di ruolo e supplenti. I sindacati, però, sono spaccati: da una parte ci sono Cgil, Uil, Snals Gilda e altre sigle autonome, la Cisl ha preso le distanze dallo sciopero.
Anche negli istituti scolastici abruzzesi sarà un giorno difficile molte ore di lezione saltano se i docenti che scelgono di aderire allo sciopero indetto a livello nazionale. Numerosi dirigenti scolastici delle scuole primarie hanno emanato circolari per avvertire i genitori. Gli insegnati chiedono un rinnovo contrattuale dignitoso, la proroga immediata dell’organico Covid, l’eliminazione della cosiddette “classi pollaio” e del precariato.
In una nota di legge: <La Flc Cgil insieme a Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams ha posto cinque temi cruciali per la scuola. Rivendichiamo un rinnovo contrattale in linea con i rinnovi che si vanno delineando per la Pubblica amministrazione, mentre il quadro delle risorse stanziate è desolante: appena 87 euro di aumento previsto a cui si potranno aggiungere 12 euro, ma non per tutti. E’ necessario, inoltre, stanziare da subito risorse per la proroga del contratto organico Covid utilizzato in pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuola e per sdoppiare le classi troppo numerose. Le risorse previste non coprono il personale Ata che, pertanto, il 30 dicembre prossimo rischia di essere licenziato. Sussiste, poi, il problema delle classi troppo numerose, che non viene di fatto affrontato e quello dei dirigenti amministrativi facenti funzione o del blocco della mobilità per legge. Misure che possono essere prese a costo zero e, invece, sono state disattese. Infine, il personale precario, sul quale nessun confronto è stato aperto>,