A Montesilvano, quattro vagoni storici raccontano dei treni della vergogna, dove venivano trasportati i deportati verso il campo di Auschwitz. Oggi, Giornata della Memoria, per non dimenticare la Shoah.
Quattro vagoni, carri adibiti al trasporto del bestiame e delle merci, sono lì, al Museo del Treno di Montesilvano, per raccontate l’orrore della Shoah. Su questi vagoni, salvati dalla rottamazione dall’Amministrazione Gallerati, nel 2003, venivano trasportate le persone, ammassate e stipate peggio delle bestie, nel campi di sterminio di Auschwitz. Oggi, 27 gennaio, si ricorda la liberazione da parte delle forze alleate di quel campo, diventato il simbolo dell’orrore nazista che sterminò sei milioni di Ebrei, oltre a Rom, omosessuali, disabili, prigionieri politici. Il Museo del Treno di Montesilvano ha voluto conservare quelle carrozze che documentano forse più delle pagine dei libri di storia, come inconsapevoli innocenti venivano fatti salire su quelle carrozze e, ignari del loro destino, venivano mandati a morire. Foto d’epoca, all’interno dei vagoni, testimoniano i fiumi di persone, che venivano condotte sui treni verso il campo di Auschwitz. Il 27 gennaio del 1945, l’Armata Rossa liberò i pochi superstiti rimasti nel campo. In Abruzzo, 16 i campi di internamento, una delle regioni con il più alto numero di questi, scelta per via della conformazione e della scarsa densità, in alcune zone, della popolazione. Tuttavia non pochi Abruzzesi mostrarono di solidarizzare con le persone internate, con episodi di grande umanità e coraggio dimostrati dagli abitanti dei centri in cui insistevano i campi.
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