Una delegazione giapponese a L’Aquila, città colpita dal sisma del 2009, per studiare ricostruzione e restauri del patrimonio culturale.
Dal Giappone a L’Aquila per osservare da vicino le tecniche di ricostruzione del post terremoto. Una delegazione, composta da accademici ed esperti in rappresentanza delle Università di Tokyo Kaseigakuin, Kougakuin e Yamagata, un funzionario della sezione giapponese dell’Iccrom, il Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali, è stata ricevuta dall’architetto Antonio Di Stefano della Soprintendenza archeologica, belle arti arti e paesaggio dell’Aquila e del cratere, diretta da Alessandra Vittorini. Il Giappone è uno dei paesi con le più avanzate tecniche di costruzione antisismica.
L’architetto Di Stefano spiega “Abbiamo parlato dei terremoti del 2009 e del 1703, ho illustrato loro il grosso quantitativo le opere d’arte presente in città e la messa in sicurezza del patrimonio storico artistico, grazie soprattutto all’aiuto dei vigili del fuoco. Particolare interesse hanno destato il castello cinquecentesco e il suo sistema di messa in sicurezza. Sono stati meravigliati del grosso quantitativo di edifici sottoposti a tutela, continua Di Stefano, che ha accompagnato anche gli ospiti durante un giro per il centro storico. Siamo stati a palazzo Lucentini Bonanni, a palazzo Cappa, anche all’interno, abbiamo visionato foto dell’immediato post-sisma, dove si legge bene il danno e si mettono in evidenza le criticità degli edifici. Abbiamo discusso di tecniche di miglioramento sismico, quelle del 1703 e quelle attuali. Concettualmente alcune sono molto simili, come l’incatenamento delle murature. Ho mostrato loro uno dei pochissimi interventi di isolamento sismico su edifici monumentali, a palazzo Cricchi. Quello del 9 agosto con la delegazione governativa giapponese è solo l’ultimo tra i tanti momenti di approfondimento che hanno visto la presenza della Soprintendenza, che ha presentato i propri lavori anche a Parigi e Istanbul. Le difficoltà tecniche e gestionali affrontate e risolte fino ad oggi hanno fatto crescere una competenza e una consapevolezza notevole in tutti gli architetti, gli storici dell’arte, gli archeologi, e nel personale tecnico e amministrativo, che non può essere dispersa e che riteniamo assolutamente necessario diffondere e condividere», sottolinea la soprintendente, «soprattutto ora che il Paese si misura nuovamente con i recenti e gravissimi eventi sismici del centro Italia. Il prossimo appuntamento sarà un grande convegno a fine ottobre a Cambridge, sul sisma nelle Marche”.