Si è tolto la vita oggi nel carcere di Castrogno di Teramo l’uomo accusato del tentato femminicidio di Capestrano
Jeton Bislimi, 34enne macedone, lo scorso 14 novembre, aveva colpito la moglie con dieci coltellate, in diverse parti del corpo, e poi aveva tentato di suicidarsi ingerendo un quantitativo imprecisato di farmaci. E’ stato arrestato e trasferito in cella a Teramo dove il giorno successivo ha provato di nuovo a togliersi la vita.
Oggi è stato trovato morto dalla polizia penitenziaria che sta svolgendo accertamenti, indagini coordinate Procura della Repubblica di Teramo. Al 34 enne, lo scorso mese di dicembre, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila aveva sospeso la potestà genitoriale. I sindacati di polizia penitenziaria tornano a lanciare il loro grido d’allarme.
“Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “L’uomo suicida si è impiccato alle inferriate del bagno della cella e avrebbe lasciato un biglietto per la famiglia. È successo ore 13 circa nella Sezione Protetta dove vige la custodia aperta. Era in carcere per tentato omicidio della moglie e non aveva dato alcun segnale di instabilità o preoccupazione. Si tenga conto che in quel momento c’era in servizio un solo agente per 100 detenuti… Certo è che decidere di uccidersi è una scelta che ha sconvolto tutti, operatori ed altri ristretti”. Per Capece, “chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica e istituzionale, dovrebbe andare in carcere a Teramo a vedere come lavorano i poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del Sappe e di tutto il corpo ma dell’intera nazione”.
Il sindacato Uilpa sottolinea che si tratta del “decimo detenuto che si toglie la vita in questo anno 2024, che sembra essere iniziato peggio dei precedenti, nei quali si erano raggiunte cifre record di 84 suicidi nel 2022 e 69 nel 2023. Ancora un suicidio di un detenuto nelle carceri, ancora per impiccagione e ancora nella sezione destinata ai detenuti per reati a grande riprovazione sociale (c.d. protetti). Oggi è successo a Teramo, proprio come ieri a Verona. Pure un appartenente al corpo di polizia penitenziaria domenica scorsa ha posto fine alla sua esistenza. La campana ormai suona quasi ogni giorno nelle carceri e suona davvero per tutti noi, salvo per quanti sembra si ostinino a non volerla udire”. A parlare è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria.