“Reagire alle mafie” è l’emblematico titolo dell’iniziativa organizzata dal circolo cittadino del Partito Democratico e dal Pd della provincia dell’Aquila a Sulmona, ospite l’eurodeputato, dal 2013 al 2017 Procuratore Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti.
Focus dell’iniziativa le infiltrazioni delle mafie in territori, a cominciare dall’Abruzzo, spesso meno “attenzionati” rispetto al fenomeno degli illeciti commessi da organizzazioni come la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra. Più che rischio Roberti ha messo al centro della discussione le circostanze concrete: in una regione come l’Emilia – Romagna la mafia ha raggiunto livelli di radicamento tali da portare allo scioglimento di Comuni come Brescello. Roberti si è chiesto perché, dopo 27 anni dall’assassinio di eroi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le mafie siano ancora così forti, su tutto il territorio nazionale. Una delle risposte, fornita da Roberti: “La legalità costa, non basta fare le leggi, bisogna farle funzionare”, e ha portato l’esempio delle 200 nuove unità di personale disposte per l’Agenzia nazionale dei beni confiscati, di cui anni dopo non si vede l’assunzione. L’ex Procuratore nazionale Antimafia ha elencato quattro caratteristiche che distinguono le mafie dalle altre organizzazioni criminali: la tendenza ad avere rapporti con la politica, la mimeticità, la territorialità e il perseguimento delle estorsioni come metodo di controllo e rafforzamento. A una domanda sui rischi di infiltrazione connessi alla ricostruzione, come nel caso dell’Aquila, Roberti ha sottolineato il rafforzamento di strumenti che hanno permesso una maggiore prevenzione rispetto a vicende come quella dell’Irpinia: “Abbiamo a disposizione una maggiore conoscenza, l’incrocio di dati forniti dalle direzioni distrettuali antimafia” consente di segnalare i soggetti e le imprese “a rischio” nel settore degli appalti. L’intervento di Roberti, che ha dialogato con il giornalista del Corriere della Sera Giuseppe Guastella, è stato preceduto dall’introduzione del segretario del Pd della provincia dell’Aquila Francesco Piacente, che ha inserito il dialogo con Roberti in una serie di iniziative di ricostruzione del Pd sulmonese, di cui è commissario: ne seguirà una sulle Linee guida per la legalità nella pubblica amministrazione. Piacente ha detto: “Stiamo costruendo un’alternativa a partire da Sulmona, anche di impegno e testimonianza, una casa comune”. Il segretario del Pd Abruzzo Michele Fina ha definito il dialogo con Roberti “una iniziativa di protezione e prevenzione”, e lanciato la proposta di un Forum antimafia regionale, che risponda a tre obiettivi: il dialogo con le forze e i soggetti che hanno raccolto l’esigenza di una politica che sia a presidio della legalità; il dialogo con le giovani generazioni; la promozione di una sviluppo sano e positivo del territorio, perché è sempre la mancanza di questo che facilita l’espansione e il reclutamento di giovani da parte delle mafie. E’ stata l’avvocato Teresa Nannarone a tracciare le linee della presenza mafiosa in Abruzzo, documentata dalle relazioni delle Direzioni nazionali antimafia sin dal 1997. Le relazioni più recenti, relative al 2018, parlano di una presenza stanziale in Abruzzo della ‘ndrangheta, e di un numero indicativo della forza della camorra: 243 immobili confiscati. Stupefacenti ed estorsioni tra le pratiche criminali di radicamento, a cui si aggiungono il gioco d’azzardo (l’Abruzzo e la provincia dell’Aquila detengono i picchi), le infiltrazioni nei finanziamenti all’agricoltura e nel ciclo di smaltimento dei rifiuti. Di evidenza alcune circostanze citate da Nannarone che sintetizzano la vulnerabilità dell’Abruzzo, come quella del cimitero di Sulmona utilizzato come vera e propria base di attività di matrice camorristica. Come primo strumento di lotta e sensibilizzazione Nannarone ha invocato la trasparenza e la pubblicità di dati e informazioni come i fornitori di beni agli enti a cominciare dai Comuni e la lista delle società e delle imprese che hanno sede nel territorio.