Proteste e disagi per l’avvio del servizio di refezione scolastica a Sulmona. Un gruppo di famiglie minaccia un’azione legale contro il Comune che non riesce a gestire autonomamente il portale per la prenotazione dei pasti. Alcuni bimbi esclusi
In questi giorni in una scuola primaria circa 25 alunni hanno rischiato di rimanere senza cibo, alcuni perché non in regola con i pagamenti, altri per un errore del sistema informatico di prenotazione. L’imbarazzo si è creato nel momento in cui le operatrici della ditta che gestisce il servizio, su indicazione degli uffici comunali, hanno dovuto fare l’appello in classe per l’assegnazione dei pasti.
“Una situazione a dir poco inumana” secondo le famiglie e le stesse operatici tant’è che queste ultime, come le maestre, hanno rinunciato al proprio pasto per accontentare gli alunni ed evitare di lasciarli senza pranzo. In alcuni casi sono state sporzionate le pietanze.
“In tutti i Comuni della zona il portale viene gestito in proprio. Solo a Sulmona funziona diversamente” spiegano dalla Coselp che gestisce il servizio. “Un bimbo di 5 o 6 anni non può conoscere la propria situazione economica. I nostri figli non possono essere additati in questo modo” protestano le famiglie raccogliendo le lamentele e le lacrime dei bambini. Per qualcuno un metodo che configura una violazione della privacy, tanto che si sta vagliando un’azione legale.
Sul caso è intervenuta anche la minoranza consiliare, esprimendo solidarietà ai genitori. Una volta a tavola, dicono, i bambini, morosi o meno, devono pranzare; solo successivamente l’ente deve interfacciarsi con le famiglie per risolvere il problema.