Sulmona: presentato esposto sul taglio degli ulivi a Casa Pente

Il coordinamento “Per il clima Fuori dal fossile” ha presentato un esposto ai Carabinieri Forestali di Sulmona sulla strage dei 317 alberi di ulivo da parte della Snam nell’area di Case Pente, dove è iniziata la costruzione della centrale e delle quattro linee di collegamento ai metanodotti esistenti

Nell’esposto si evidenzia che l’ulivo è una pianta protetta sia dalla normativa nazionale che da quella regionale. La legge regionale n. 6 del 20/05/2008 protegge l’ulivo in quanto “elemento caratterizzante il paesaggio e l’ambiente della Regione Abruzzo, che intende tutelarne la presenza sul territorio di propria competenza anche mediante la conservazione e la rigenerazione”.

L’art. 5 della legge prevede l’espianto degli alberi di ulivo e la possibilità dei proprietari di “trapiantare le piante di ulivo adulte in altro terreno della stessa proprietà o della proprietà di parenti e affini fino al terzo grado”. Inoltre i proprietari “possono cedere piante di ulivo adulte a proprietari terrieri nell’ambito del territorio regionale e ad aziende vivaistiche autorizzate”.

Ma non c’è solo la normativa di settore che protegge l’ulivo. Il Decreto V.I.A. relativo alla centrale e al metanodotto Linea Adriatica (n. 70 del 7.03.2011) ne ha approvato la realizzazione “a condizione” che vengano rispettate ben 22 prescrizioni prima dell’inizio dei lavori. E tra queste prescrizioni c’è la n. A17 la quale stabilisce che “la progettazione esecutiva delle opere dovrà tenere conto, laddove compatibile con la realizzazione degli interventi previsti, della vegetazione esistente evitando il più possibile il taglio della vegetazione arborea ed arbustiva”.

Pertanto, con l’esposto il coordinamento Per il clima Fuori dal fossile chiede ai Carabinieri Forestali di accertare per quale ragione gli alberi di ulivo nell’area di Case Pente sono stati abbattuti anziché essere espiantati e ricollocati, così come prevede la normativa regionale e il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale. Di conseguenza si chiede che venga accertata ogni possibile violazione delle leggi in vigore e perseguiti i responsabili.

La Snam aveva negato che a Case Pente erano stati abbattuti alberi di ulivo ma a smentirla ci sono le foto e l’autorizzazione richiesta dalla stessa Snam al Dipartimento Agricoltura della Regione il quale ha attestato che “la richiesta di autorizzazione riguarda l’abbattimento e non l’espianto delle piante di ulivo con il successivo reimpianto”. La Snam ha anche sostenuto che in precedenza aveva effettuato l’espianto di altri 60 alberi di ulivo destinati al successivo reimpianto, ma non ha fornito alcuna prova di quanto affermato.

Ai Carabinieri Forestali il compito di fare piena luce e assumere le conseguenti determinazioni su una vicenda che dimostra una volta di più la superficialità e l’irresponsabilità con cui si gestisce il nostro patrimonio arboreo che svolge una funzione fondamentale sotto il profilo ambientale, paesaggistico e climatico.

Paolo Durante: