Tangenti e ricostruzione a L’Aquila: Lancia nega di aver dato mazzette. Proseguono gli interrogatori di garanzia in Tribunale per gli indagati nell’inchiesta su presunte tangenti negli appalti.
“Il mio cliente ha risposto a tutte le contestazioni siamo fiduciosi di avere dimostrato l’estraneità ai fatti di corruzione”.
Cosi’ l’avvocato Francesco Coli, di Pesaro, difensore di Mauro Lancia, 59 anni di Pergola (Pesaro) contitolare della Lancia Srl con sede nella stessa Pergola, al termine dell’interrogatorio fornito nell’ambito dell’inchiesta della procura della repubblica dell’aquila su presunte mazzette in 12 appalti pubblici gestiti dai Beni Culturali abruzzesi. L’imprenditore, oggi, e’ stato l’unico tra i tre ascoltati a rispondere alle domande.
“venendo al dunque il legale”, ha precisato “che le perizie di variante corrispondono a lavori che non erano previsti e prevedibili e sono stati regolarmente eseguiti, per cui non esistono i presupposti di falsità che sono stati contestati”. “Aggiungo che non ci sono state dazioni corruttive. L’episodio del 13 febbraio scorso nel quale lancia incontra Piccinini presso la stazione non era finalizzato a dazione di denaro ma era un incontro per la ricerca di possibili cantieri per i quali aveva chiesto l’affidamento dei lavori. Non sono stati pagati mai soldi”.