Il Coordinamento No Hub del Gas in Abruzzo esprime solidarietà al popolo NoTap ed attacca il Movimento 5 Stelle affermando che condanna l’Italia alla deriva fossile fino al 2070. FerderPetroli pronta a chiedere i danni.
Un errore illudere i salentini in campagna elettorale quando da Di Battista alle Lezzi tutti i big del M5S affermarono che una volta al Governo, in un paio di settimane, si sarebbe bloccata l’opera, paradossale poi annunciare esposti contro il parere della Commissione Via del Governo di allora ed oggi dire si alla Tap perché vincolati da quel parere. Non ha peli sulla lingua il Coordinamento No Hub del Gas che si scaglia, senza mezzi termini, contro l’inspiegabile dietrofront della parte pentastellata del Governo sulla questione Tap
In una nota si legge: “Il Coordinamento No Hub del Gas esprime tutta la sua vicinanza alla lotta dei salentini contro il TAP e ribadisce la sua netta contrarietà ai numerosi progetti in corso di autorizzazione che vogliono trasformare la penisola in una piattaforma logistica per le fossili.
La valutazione ambientale delle criticità del TAP è stata fatta dal Ministro dell’Ambiente Costa sulla base dei documenti di quella commissione VIA nazionale che fino a pochi mesi fa il M5S aveva cercato di portare nei tribunali denunciando conflitti di interesse. Ora quanto detto da quella stessa Commissione diviene oro colato. Pensavano forse di trovare scritto nei documenti tutta la verità su questo progetto?
L’analisi costi-benefici avrebbe dovuto considerare l’intero ciclo di vita del gasdotto, che dovrebbe funzionare per 50 anni, quindi fino al 2070.
Gli scienziati, non più tardi di una settimana fa, hanno detto chiaramente che entro il 2050 tutte le emissioni di CO2 dovranno essere azzerate e quelle di metano ridotte drasticamente. Altrimenti il Pianeta rischia di non essere vivibile!
Peccato, quindi, che si condanna l’Italia ai danni del cambiamento climatico. Quindi nel 2070 secondo il M5S, Conte, Di Maio e Costa dovremo andare ancora a metano, con le sue emissioni, quando loro stessi dicevano a parole di voler portare il paese ad annullare le emissioni da fonti fossili nel 2050. Oppure dovremo abbandonare un’opera costosissima che si rivelerà l’ennesimo errore strategico, questa volta esiziale.
Non vi è il tempo di fare transizioni con il metano (a parte che ormai è dimostrato che ha un effetto clima alterante come il petrolio).
Lo stesso Coordinamento adesso attende al varco i grillini al Governo, in particolare i parlamentari abruzzesi, per quel che riguarda l’impianto di compressione ed il metanodotto Sulmona-Foligno:
Sul grande gasdotto SNAM Sulmona-Foligno che è ancora in fase di autorizzazione presso il Consiglio dei Ministri e privo, quindi, di qualsiasi possibili scuse su fantomatiche e inesistenti penali o criticità per risarcimenti danni, sarà interessante capire cosa intende fare questo Governo. Strumentalizzeranno anche questa lotta? “.
La Federpretroli intanto annuncia che se il gasdotto non andrà in porto è pronta a chiedere il risarcimento dei danni:
In merito vicenda della realizzazione del Gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP), dopo numerosi passaggi sull’argomento, FederPetroli Italia oggi, interviene sull’argomento con un comunicato stampa che pubblichiamo integralmente:
Il presidente Michele Marsiglia nella nota afferma che “”E’ da anni che stiamo investendo e le aziende continuano a spendere denaro per Gare ed offerte per diversi tratti del gasdotto, non ci interessano le penali contrattuali vere o fasulle, se il gasdotto non si realizza, ci faremo promotori in un’azione legale di risarcimento danni nei confronti dell’Istituzione e di chi è responsabile dello stop a questo Progetto, organizzando un pool di aziende coinvolte nelle gare internazionali indette per i diversi tratti del Tap.
Questa volta il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sono stati chiari. Non è solo un discorso puramente politico, la mancata realizzazione del gasdotto Tap è qualcosa che va a sconvolgere i piani industriali di compagnie ed aziende dell’Oil & Gas che per anni hanno concorso al buon esito di questo progetto di rilevanza strategica internazionale. Il danno già ad oggi per ritardi ed altro ha una quantificazione di importi elevatissimi, per non parlare di aziende che hanno rinunciato in corso d’opera per le lungaggini ce si sono susseguite.
Anni fa l’Italia ha avuto già una triste storia con la questione della British Gas, che dopo anni e circa 250 milioni di euro investiti ha abbandonato l’Italia. Qui si sta parlando di un punto di approdo di un gasdotto di rilevanza strategica internazionale dove i rapporti commerciali esteri si potrebbero compromettere in pochissimo tempo” .
IL SERVIZIO DEL TG8: