Tar sui cinghiali in Abruzzo: ok all’abbattimento selettivo dopo il primo parere negativo dei giudici non meno di un mese fa. Soddisfatto l’assessore Pepe.
A convincere i giudici amministrativi, questa volta, un’ampia e capillare concertazione tra tutti i portatori d’interesse uniti dall’obiettivo di limitare il più possibile i sempre più frequenti danni all’agricoltura della nostra Regione, causati dalle incursioni dei cinghiali.
Non posso che esprimere soddisfazione – afferma l’Assessore Pepe – per la sentenza del Tar Abruzzo che ha rigettato la richiesta di sospensiva della delibera della giunta regionale relativamente al controllo delle popolazioni di cinghiale in tutta la Regione. Ringrazio, per questo risultato, l’Avvocatura Regionale nelle persone dell’Avv.Stefania Valeri e dell’Avv. Mario Battaglia, le Organizzazioni Professionali Agricole per la vicinanza dimostrata ed in particolare la Copagri per l’intervento ad adiuvandum in Giudizio e i tanti agricoltori, Sindaci e Prefetti che mi hanno espresso solidarietà nel portare avanti questo “protocollo di intervento” che prevede collaborazione e concertazione tra tutti. Allo stesso modo voglio ringraziare quella parte del mondo venatorio, costituita da una fetta sempre più rappresentativa di Atc, Associazioni e soprattutto cacciatori, che ha appoggiato questo protocollo e collabora giornalmente e fattivamente alla risoluzione di questa problematica di cui si fa carico con grande senso di responsabilità e massima serietà. I numeri delle attività messe in campo ad oggi parlano da sole: circa 10.000 capi abbattuti in circa 9 mesi di attività ad opera dei cacciatori e Polizia Provinciale in azioni di braccata, selezione e controllo, con una evidente ricaduta positiva in termini di contenimento del danno e conseguente riduzione della spesa pubblica regionale. Al termine del primo anno di applicazione di questa strategia, faremo una valutazione complessiva ed oggettiva dei risultati ottenuti, riservandoci ogni valutazione sull’attività profusa dai singoli Soggetti attuatori (Atc, Polizia Provinciale, Cacciatori di selezione, selecontrollori) e, solo a seguito del confronto con l’andamento dei danni dell’annualità in corso, esprimeremo valutazioni ed individueremo i necessari correttivi. Il metodo che ha vinto con questa sentenza è il frutto di una strategia d’azione ampiamente condivisa con tutte le componenti. Ricordo, ancora una volta, le riunioni svolte presso le Prefetture e presso il mio Assessorato, con i Sindaci, i Parchi, le Associazioni di categoria agricole, il mondo venatorio e agricolo, compresi gli ATC (per la revisione del Regolamento ungulati, al fine di rendere questo strumento più fruibile ed efficace) ed altri portatori di interesse che hanno permesso di concertare obiettivi chiari e soluzioni condivise. Non posso che augurarmi che questa strategia, venga compresa da tutte le parti in gioco al fine di perseguire un bilanciamento tra i contrapposti interessi in cui sempre prevalga quello della tutela del reddito agricolo e della pubblica incolumità.