Teatro a Pescara: Al via “La cultura dei Legami”, da domenica 24 gennaio quattro spettacoli allo spazio Matta di Via Gran Sasso. Rassegna ideata e diretta da Edoardo Oliva del Teatro Immediato.
Sul palco alcuni tra i piu’ grandi interpreti del palcoscenico contemporaneo, come Mario Perrotta (plurivincitore del Premio Ubu, l’Oscar del teatro italiano) e Gaetano Bruno, ancora fresco di premio In-box, visto e applaudito negli ultimi anni anche al cinema. Accanto a loro, due pietre angolari della ricerca teatrale abruzzese come il Teatro Immediato (che dara’ vita al misterioso “Capro'”, un monologo sospinto da un dialetto abruzzese reinventato sulla scia della nave Utopia, il “Titanic” dimenticato…) e la Compagnia dei Guasconi, con la sua ultima produzione. Appendice al festival, a marzo (e all’Auditorium Petruzzi) ci saranno due “domeniche-cineforum”, con la proiezione di due classici del cinema della migrazione e frontiera come “Nuovo Mondo” di Crialese e “Furore” di John Ford. Concept di questa seconda edizione de “La cultura dei legami” e’ “L’Erranza”. “Esistono erranze per fuga, per esilio, per paura, per necessita’, per spirito di avventura e di ric erca. Esiste l’erranza generata dalla ‘frattura dell’anima’ e il vagare dei frammenti. Il viaggio, il vagare, l’errare rappresentano processi dolorosi, disagiati, difficoltosi, smarrenti. Il procedere talvolta non e’ lineare, ma consiste in una dinamica progressiva che conosce svolte, anse, anfratti e affronta le problematiche aperte del ‘non finito’, comportando il rischio, l’incognita della diversita’ – spiega il direttore artistico del Festival Edoardo Oliva -. Il conflitto che scaturisce dall’interazione tra differenze genera spesso fraintendimento, malinteso, incomprensione, esclusione, in reciproche intolleranze. L’erranza riguarda tutti, concerne e impernia le storie personali, le biografie, gli eventi individuali e collettivi dei popoli. Siamo tutti erranti del pensiero rispetto al tempo, allo spazio, alla nostra formazione, ai nostri progetti di vita,ai sentimenti, alla rappresentazione di noi stessi. Siamo tutti erranti, perpetui migranti. Errare e’ anche scoperta, stupore, meraviglia, illusione rispetto all’altro, al diverso”.