Teatro a Pescara: che incanto il “Caprò” di Oliva e Mambella di scena al Museo delle Genti. L’ennesimo progetto riuscito per il Teatro Immediato.
Realtà tra le più dinamiche e sensibili nel panorama teatrale pescarese, paradossalmente ancora alla ricerca di un proprio spazio, il Teatro Immediato fa nuovamente centro con un progetto, questa volta, scritto, prodotto ed interpretato dalla stessa Compagnia. Ispirato alla tragedia del bastimento inglese affondato nel mare di Gibilterra nel 1891 con a bordo centinaia di emigranti italiani diretti negli Stati Uniti e tra questi anche 14 contadini abruzzesi di Fraine, “Caprò” é la storia di un eroe tragico costretto a lasciare la propria terra, ma non per cercare fortuna, piuttosto per espiare un profondo senso di colpa personale. Scritto da Vincenzo Mambella, interpretato magnificamente da Edoardo Oliva, la vicenda umana di “Caprò”, contadino ignorante che non crede alla legge di gravità perche’ si nasce e si muore con i piedi affondati nella terra, prende allo stomaco e graffia l’anima, pescando a piene mani dalla tradizione verista, raccontando con una semplicità popolare, e senza fronzoli narrativi, del legame drammatico di due fratelli. Quello tutto braccia e poco cervello, “Caprò”, e quello cagionevole, coccolato e ben istruito, “Signorino”, vittima, specie il primo, di un padre padrone, ma entrambi di un’ossessione d’amore che li spingerà a rompere le proprie radici per seguire il sogno americano. Ma la vera tragedia, il vero naufragio, si consuma ancora prima di quello del bastimento inglese, come recita la nota:
“Su quel pezzo di terra… in attesa di quello che lo consegnerà alla storia. Una piccola vicenda umana dunque, ancora sommersa in qualche fondale, forse immaginaria o forse no, che riemerge dal tenero e rabbioso racconto del protagonista: un uomo di più di un secolo fa, con i suoi conflitti, le sue fragilità, le sue responsabilità, le sue colpe, le sue punizioni. Non un eroe quindi, ma un “eroe tragico” o più semplicemente: Caprò»
L’interpretazione di Oliva é intensa, la regia minimalista ma estremamente efficace, quanto basta per trascinare il pubblico in questo borgo d’Abruzzo di fine ‘800 fino a renderlo testimone oculare di una vicenda drammatica e toccante. Si replica ancora al Museo delle Genti, il prossimo week end, viste le tante prenotazioni, ed appare incredibile constatare che una storica realtà come quella del “Teatro Immediato” sia ancora una volta senza un proprio spazio dove svolgere le attività di laboratorio o mettere in scena degli spettacoli, una brutta macchia per una città come Pescara che ambisce, a parole, ad essere polo culturale di un’intera Regione.