Tentata truffa ad ex arcivescovo di Pescara: udienza in tribunale, ieri, per i 6 imputati, tra cui una commercialista di Bari e sei sud americani.
Secondo l’accusa i 6 avrebbero venduto all’ex arcivescovo di Pescara Penne Mons. Francesco Cuccarese, per la Fondazione “In Veritate et Charitate”, dei titoli che avrebbero dovuto rendere una somma tale da consentire alla Fondazione stessa di realizzare un ospedale pediatrico in Palestina. In realtà si trattava di poco più che carta straccia, come ha confermato in aula un consulente della Procura, titoli emessi dallo Stato del Messico nel dopoguerra appetibili solo a pregiati collezionisti numismatici e nulla più per un valore complessivo di non più di 500 euro. Altro che i 900 milioni di dollari che avrebbero dovuto fruttare in tempi brevi, così come prospettato all’epoca all’ignaro ex arcivescovo. A far partire le indagini, casualmente, l’ispettore di Polizia Angelo D’Onofrio che un pomeriggio incontrò nello studio di un famoso notaio, Cuccarese, accompagnato da Luciano Carrozza, già entrambi coinvolti in un’altra vicenda giudiziaria per una presunta truffa alla Regione. I Due avevano con sè un corposo faldone che insospettì D’Onofrio che chiese, in qualità di pubblico ufficiale, l’acquisizione agli atti. Dopo un approfondimento emerse il raggiro che gli imputati, accusati tra l’altro anche di Associazione a delinquere, stavano mettendo in atto, servendosi della buona fede di Cuccarese, per truffare lo Ior che stava per acquistare con moneta pesante titoli spacciati per milionari, ma in realtà inutilizzabili. da successive intercettazioni gli investigatori scoprirono altri tentativi, almeno tre in Svizzera.