Bilancio negativo con dati che evidenziano ancora uno stato di crisi nelle capacità produttive e sui posti di lavoro.È questo purtroppo lo stato di salute della provincia di Teramo secondo la Cgil.
Teramo e la sua provincia ora primeggiano in un solo dato: “Quello della tassazione – ha commentato Gianni Timoteo, segretario provinciale Cgil – è un dato paradossale che emerge dalla media dei comuni teramani, il più alto delle province abruzzesi”. Questo perché nel teramano è mancato un progetto, una programmazione alternativa e sostitutiva di un assetto produttivo che negli anni non è riuscito a reggere la nuova e diversa competitività scaturita dalla globalizzazione dei mercati prima e dalla crisi finanziaria dopo. Fragilità dovute, principalmente perché la provincia di Teramo ha un tessuto imprenditoriale fatto di piccole e medie imprese e di una in assenza cultura di aggregazione e cooperazione, ad una modesta propensione alla ricerca e l’innovazione di processo e prodotto, ad una sotto capitalizzazione diffusa con difficoltà di accesso al credito; ad un sistema formativo insufficiente. Secondo il sindacato l’agroalimentare in questo delicato momento può rappresentare il settore che potrebbe trainare la ripresa, oltre all’attuazione nei tempi più stringenti del Masterplan
Il servizio del Tg8: