“La meritocrazia. Una medicina per la medicina”: questo il titolo del convegno svoltosi a Teramo nella sala polifunzionale della Provincia, organizzato dalla Fondazione “Luigi Einaudi”e dalla Cimo.
Un argomento delicato e molto discusso quello analizzato a Teramo nell’ambito medico-scientifico che ha visto la presenza di numerosi esperti che hanno affrontato la questione sotto vari aspetti: dai test universitari per l’accesso alle facoltà di medicina alla fuga dei camici bianchi all’estero. Tra i diversi temi di attualità discussi durante il meeting anche quello della riforma delle scuole di specializzazione e la ventilata abolizione dei test di ingresso alla facoltà di medicina, ancora in fase progettuale. L’altro grande tema affrontato è stato l’Europa. L’Italia detiene il primato europeo dei camici bianchi più vecchi, con oltre uno su due (52%) che ha più di 55 anni, rispetto al Regno Unito (13%), alla Germania, Franca ed Ungheria (40%-46%). Si stima, inoltre, che i giovani medici disoccupati siano circa tra le 10/16 mila unità. Saro Paparoni, cardiologo all’ospedale di Teramo e vicesegretario regionale della Cimo, il sindacato dei medici, ha spiegato che
“La sanità italiana ha bisogno di una riforma strutturale urgente, che riveda l’attuale disequilibrio tra fabbisogni formativi e mercato del lavoro. Basti pensare ai tantissimi medici che, dopo aver conseguito la specializzazione in Italia, ogni anno lasciano il nostro paese per andare a lavorare all’estero. Una fuga di cervelli che impoverisce sensibilmente la qualità della sanità italiana. Se a questo si aggiunge che, una volta terminata l’esperienza estera, chi voglia rientrare in Italia incontra innumerevoli difficoltà per essere reinserito nelle graduatorie nazionali, ecco che si capisce come il “sistema Italia” abbia bisogno di una revisione a trecentosessanta gradi, per questo come come Cimo chiediamo a gran voce trasparenza e selezione nei concorsi, riconoscimento delle esperienze lavorative maturate all’estero ed equiparazione del sistema italiano a quello degli altri paesi europei”.