Dopo vari rinvii per il cambio del presidente del collegio giudicante, questa mattina, al tribunale di Teramo, ha preso il via il processo all’ex rettore dell’università di Teramo Luciano D’Amico.
L’inchiesta per la quale il professore Luciano D’Amico è finito a processo riguarda il doppio incarico come rettore dell’Università e presidente del consiglio di amministrazione prima della società di trasporto pubblico Arpa Spa e poi della Tua, la società Unica Abruzzese di Trasporto Pubblico.
Sotto accusa, secondo la Procura della Repubblica di Teramo, sono finiti gli oltre 57mila euro che D’Amico avrebbe percepito tra l’ agosto del 2014 e il febbraio del 2017 e questo perché, avendo assunto l’incarico all’Arpa e poi alla Tua (svolto gratuitamente), avrebbe smesso, di fatto, di svolgere l’attività di docente a tempo pieno, requisito che la legge prevede come necessario per poter ricoprire la carica di Rettore.
Da qui l’accusa di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. All’ex rettore, difeso dagli avvocati Tommaso Navarra e Gennaro Lettieri, la Procura contesta anche il peculato per la consegna, nell’ambito della cerimonia “Welcome Matricole” del novembre 2013, di 10 tablet di proprietà dell’Università, a titolo di riconoscimento, al personale tecnico di supporto all’intervento degli artisti Ficarra e Picone.
A processo insieme a D’Amico ci sono anche l’ex preside di Scienze della Comunicazione Stefano Traini, accusato di abuso d’ufficio, e Mauro Mattioli nella sua veste (all’epoca dei fatti) di direttore generale della Fondazione dell’ateneo, al quale viene contestato un episodio di peculato. Traini è difeso dall’avvocato Navarra, Mattioli dall’avvocato Renzo Di Sabatino.