In merito ai disordini nel corso dell’udienza preliminare al tribunale di Teramo per l’omicidio del giovane Manuel Spinelli, lettera aperta di Giulia Di Rocco.
Giulia Di Rocco, in qualità di assistente legale per JUSTROM CoE/EC Joint Programme on Roma and Traveller Women’s Access to Justice Membro del Forum RSC UNAR – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunita Presidente dell’Associazione Romani Kriss Presidente dell’Associazione Amici di Zefferino , ha voluto inviare una nota in merito ai disordini di mercoledì scorso al tribunale di Teramo, durante l’udienza preliminare del processo a carico di Fatimi Kaldashi, il pregiudicato albanese, imputato per l’omicidio del giovane Manuel Spinelli.
“L’udienza si è svolta in un’aula dalle dimensioni inadeguate e priva delle usuali strutture che separano le parti in causa, dimostrando così scarsa previdenza, dimenticando e sottostimando il dolore ancora vivo dei famigliari della vittima che si sono costituiti parte civile nel suddetto processo. I genitori di Manuel Spinelli si sono visti passare accanto l’assassino del figlio, a nulla sono serviti l’intervento dell’avvocato e delle forze dell’ordine che chiedevano al giudice di spostare l’udienza in un’altra aula per preservare i sentimenti dei famigliari, costringendoli così a stare vicino all’assassino del loro figlio. La reazione dei genitori infatti non si è fatta attendere, essi hanno cercato di percuotere l’albanese responsabile, per sua stessa ammissione, dell’omicidio di Spinelli, e sono stati allontanati dall’aula per disordini. Ora mi domando e chiedo a voi tutti: come si fa ad essere così insensibili al dolore di questi genitori il cui figlio è deceduto fra le loro braccia durante la corsa in ospedale? Credo che la giustizia e il rispetto per il dolore siano uguali per tutti, anche per i genitori di Manuel Spinelli. Come non condividere il desiderio di giustizia dei famigliari a cui hanno strappato un figlio? Si poteva gestire in un altro modo?”