Il consorzio di commercianti “Shopping in Teramo Centro” ha inviato una lettera a Governo, Regione, Provincia e Comune per proporre alcuni correttivi sul Decreto Legge “Cura Italia”.
L’obiettivo è quello di tutelare la categoria dimenticata, a detta del consorzio, dalle misure messe in campo per l’emergenza economica contestuale a quella sanitaria. Chieste agli amministratori regionali e nazionali profonde rettifiche del DL.
“Non bastano 600 euro per salvarci. In esso non troviamo il sostegno di cui avremmo bisogno”. Un provvedimento che, ovviamente, ci sembra fuori luogo», sottolinea il consorzio, «è privo di qualsiasi proporzione rispetto ai danni subiti e che subiremo».
I commercianti ricordano di aver chiuso le rispettive attività ben prima che scattassero le restrizioni dettate dal governo, «È impensabile ritenere che 600 euro possono essere un sostegno sufficiente», osservano, «soprattutto in considerazione del fatto che i pagamenti sospesi sono stati solo rinviati e dovranno essere comunque onorati tra qualche mese, sommati alle nuove scadenze che si saranno generate nel tempo». Per questo sollecitano l’adozione di misure ben più importanti. «Dovrebbero essere bloccati da subito tutti i versamenti Iva, Inps, Irpef e Inail», spiegano, «oltre che tasse regionali, provinciali, comunali, di vidimazione, imposte sui redditi, acconti, bollette, altri versamenti vari ed eventuali, fino ad almeno 9/12 mesi dalla riapertura delle attività». Andrebbero sospesi anche mutui, addebiti, segnalazioni d’insoluti alla Banca d’Italia e protesti. Dunque secondo il comitato teramano urge una sospensione imponente da permettere una buona ripresa delle attività commerciali.