A Teramo riapre integralmente alla cittadinanza il castello della Monica dopo i lavori di sistemazione del giardino, del piano terra e del primo piano. Taglio del nastro condito dalle polemiche.
Una inaugurazione condita dalle polemiche tra i partiti di opposizione e l’Amministrazione guidata dal sindaco Gianguido D’Alberto sui meriti politici e amministrativi della riqualificazione del Castello della Monica a Teramo. Secondo una parte dell’opposizione il merito non è del sindaco bensì dei tre milioni stanziati dalla giunta regionale del 2009-2014, all’amministrazione
comunale di centrodestra che fece l’appalto e alla ditta appaltatrice. Il sindaco prima del taglio del nastro di oggi pomeriggio, questa mattina, incontra la stampa.
Voluto e progettato dall’artista teramano Gennaro della Monica, dal quale ha assunto il nome, fu iniziato nel 1889, dopo che la deputazione provinciale rilasciò il permesso di poter realizzare un casino residenziale, parallelo alla strada per Bosco Martese. Nel 1890 erano già state erette le mura del corpo centrale e coperto il tetto.
Verosimilmente il progetto era nato nella mente del Della Monica già da qualche anno, almeno sin dal tempo del suo viaggio a Torino in occasione dell’esposizione del 1884 (nella quale aveva messo in mostra due suoi dipinti), quando rimase ammirato dalla vista del suggestivo borgo medievale realizzato nel parco del Valentino.