Qualcuno l’ha preso per una pattumiera e ora potrebbe ritrovarsi a pagare il conto, visto che la Procura di Teramo ha aperto un’inchiesta per violazione delle norme ambientali sulle rive del fiume Vomano.
Ammesso che, a distanza di anni, quel qualcuno sia ancora vivo: persona, persone o aziende che siano. Fatto sta che quello del Vomano potrebbe essere uno scenario bello e incontaminato se non fosse stato… contaminato con rifiuti di ogni genere, dai materiali edili ai liquami, spuntati fuori un po’ alla volta, centimetro dopo centimetro di erosione degli argini fluviali. Non è una novità che il Vomano sia stato considerato per anni la pattumiera del rosetano: della discarica abusiva si ha notizia sin dal 2007, ma ora le indagini della Procura potrebbero imprimere un’accelerazione alla bonifica, attesa da anni e mai portata a termine. Intanto il susseguirsi delle piogge continua a erodere gli argini consentendo ai materiali accumulati di farsi strada fino al fiume. Gli accertamenti, già in corso, sono stati affidati ai Carabinieri Forestali. Le indagini dovranno anche fornire elementi utili alla tipizzazione dei rifiuti accumulati negli anni; per ora si sa che nell’area di Piane Vomano, sulla sponda nord del fiume, in un luogo alquanto invisibile e quasi irraggiungibile, c’è tanta roba che non dovrebbe esserci: sabbie catramose, argille e inquinanti vari. La discarica originaria risalirebbe addirittura a una trentina di anni fa, ma il sito continua ad eruttare schifezze perché di fatto l’argine ormai inesistente non riesce più a contenerle. E tutto, purtroppo, finisce nel mare.