La Asl di Teramo risarcisce 1 milione di euro ai genitori di una bambina, nata prematura, che oggi ha 20 anni ed è tetraplegica.
La Asl di Teramo dovrà pagare un milione e 244mila euro per danno biologico ai genitori di una ragazza di 20 anni tetraplegica che è nata prematura. La Corte d’Appello de L’Aquila ha respinto il ricorso presentato dall’azienda sanitaria contro la sentenza di primo grado del tribunale di Teramo, emessa otto anni fa.
Come si legge sul quotidiano “Il Centro” Per i giudici, “quando nell’agosto del 1998 la donna arrivò all’ospedale Mazzini di Teramo alla trentesima settimana di gestazione avrebbe dovuto essere subito trasferita in un centro attrezzato con un reparto di neonatologia. Le minacce di parto prematuro alla trentesima settimana avrebbero meritato un’attenzione e una strategia di intervento più adeguate che, con tutta evidenza, la struttura non era in grado di offrire, dando prova di una gestione incompetente del caso anche nell’apprestare l’assistenza base che così tanta parte ha oggettivamente avuto sulla verificazione di quella prematuranza da porsi, pertanto, in rapporto eziologico con la condotta colposa dei medici. La condotta colposa dei medici si è manifestata anche nella gestione della neonata che non è stata sottoposta a nessuno degli accertamenti o dei controlli che, in relazione alla prematuranza, dovevano di necessità essere predisposti in maniera intensiva e sistematica ai fini della diagnosi precoce Per capire quella che sarà la vita della loro bambina i genitori hanno dovuto aspettare il giugno del 1999 (quindi quasi un anno dopo la nascita) quando, intuendo qualcosa di diverso, la portano in una clinica pediatrica di Freiberg, in Germania. Qui i medici le diagnosticarono un disturbo della coordinazione centrale accentuato nella parte superiore del corpo dovuto alla nascita prematura con una patologia dell’apparato motorio, con una sindrome spatica e con un notevole ritardo nell’attività”.