Le GADIT e il WWF uniti per dire basta alla mattanza delle volpi nel teramo.
La provincia di Teramo il 19 marzo scorso ha dato il via libera alla la caccia alla volpe. Fino 10 aprile le squadre composte da guardie faunistiche e guardie ecologiche, con la supervisione della Polizia Provinciale, potranno dunque cacciare le volpi utilizzando la tecnica della girata con tre cani al massimo per squadra. Una scelta quella fatta dall’ente di via Milli che ha suscitato dure critiche da parte delle Gadit e del WWF che hanno subito chiesto il ritiro della delibera provinciale per interrompere la mattanza di volpi e avviare un tavolo di confronto sulla gestione faunistica del territorio.
Secondo le Gadit e gli ambientalisti oltre al danno sulle volpi, questa decisione starebbe creando enormi problemi a tutta l’altra fauna, caprioli, tassi, lepri, disturbati da spari e cani da caccia durante una delle fasi più delicate della loro vita. Inoltre per le due associazioni sarebbero molteplici gli elementi del Piano di abbattimento delle volpi predisposto dalla Provincia che contrastano con la legge e con la corretta gestione faunistica. Innanzi tutto il Piano prevedrebbe gli abbattimenti senza che siano stati messi in atto metodi ecologici di contenimento, prescritti dalla legge, dimostrando anche che ci si trovi in presenza di un eventuale squilibrio ecologico. Inoltre la caccia alle volpi sarebbe iniziata senza aver attuato la sospensione dell’immissione di fagiani e lepri di allevamento che, appena rilasciati in natura, proprio perché provengono da allevamenti, diventano facili prede delle volpi.
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