Allarme rientrato in Abruzzo dopo lo stato d’emergenza idrica nel teramano dichiarato dalla Regione.
Un allarme scaturito a seguito della disposizione cautelativa emessa della ASL di Teramo per le acque provenienti dai laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Sulla delicata vicenda la Ruzzo Reti, la società che gestisce il servizio idrico della provincia di Teramo, ha spiegato che in questi mesi non è mai accaduto che acqua contaminata sia stata immessa in rete questo perché ci sono sistemi di controllo che lo impediscono.
Per la Ruzzo Reti SPA: “All’inizio di settembre, nelle captazioni del versante aquilano, furono rilevate tracce di un Diclorometano (un solvente utilizzato spesso per rimuovere vernice e\o grassi, ed anche nell’industria alimentare ndr), seppur ampiamente sotto i parametri di legge. Prudenzialmente, sia Ruzzo Reti che il SIAN della ASL di Teramo hanno effettuato analisi sul pozzetto di derivazione situato in prossimità del Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso; tali analisi hanno confermato che non vi erano superamenti dei parametri di legge, ma, prudenzialmente, avendo le analisi del SIAN evidenziato qualche lieve anomalia, lo stesso SIAN ne ha disposto il non utilizzo fino a nuovo provvedimento. A valle di tale episodio Ruzzo Reti ha, inevitabilmente, dovuto integrare il mancato prelievo dal Gran Sasso (ca 100 l/s) continuando ad utilizzare l’acqua potabilizzata nell’impianto di Montorio al Vomano, che, al contrario, in quel periodo dell’anno, solitamente viene chiuso per effettuare le manutenzioni periodiche. Nelle settimane seguenti Ruzzo Reti ha continuato ad effettuare analisi di laboratorio volte a verificare la qualità dell’acqua captata nel medesimo pozzetto, pur non immessa in rete, e non è mai stato rilevato alcun tipo di problema. Dunque, ha sollecitato il SIAN a consentirne il riutilizzo. Il SIAN non ha consentito la re immissione in rete:Ruzzo Reti ha dovuto, quindi, chiedere alla Regione Abruzzo il prolungamento del cosiddetto ”Stato di emergenza idrica” propedeutico all’autorizzazione alla captazione delle acque che debbono essere poi trattate dall’impianto di potabilizzazione di Montorio al Vomano. Tale indispensabile proroga nell’utilizzo del potabilizzatore ha indotto altresì Ruzzo Reti ad avanzare istanza risarcitoria nei confronti del Laboratorio di Fisica Nucleare per via dei maggiori costi sopportati nel processo di potabilizzazione.