A Teramo i tecnici della protezione civile stanno lavorando alacremente per verificare tutte le strutture scolastiche presenti nel territorio comunale dopo gli ultimi eventi sismici che hanno interessato il territorio.
Dei 28 edifici scolastici ancora in funzione a Teramo , alcuni sono stati classificati come “B”, quindi con danni non gravi, anche se non è ancora stato specificato di quali scuole si tratta. L’unica certezza è relativa alla chiusura della scuola Risorgimento che dopo le ultime scosse è stata classificata “E” quindi totalmente inagibile . Per rimettere in sesto le scuole in categoria B serviranno lavori che lasciano presagire un ulteriore rinvio alla riapertura delle scuole , necessario anche per trovare una sistemazione alternativa agli oltre 150 studenti della scuola primaria Risorgimento. Per questo motivo il primo cittadino della città di Teramo Maurizo Brucchi ha presentato la richiesta per i MUSP (Moduli ad Uso Scolastico Provvisori)
“In Emilia ce ne sono diversi inutilizzati dopo il sisma che ha colpito quella zona, o in alternativa dovremo reperire strutture private che risultano sicure”.
Il “Forti”, il “Pascal” e la succursale del “Comi” che ospita lo Scientifico sono tutte classificate in A, lesioni non strutturali che non comportano l’inagibilità, mentre per le altre scuole superiori le verifiche post sisma sono ancora in corso e oggi hanno interessato l’Iti, l’Ipsia, il liceo scientifico e l’artistico. E’ quanto emerso nel corso della riunione svoltasi a Teramo tra Comune, Provincia, ufficio scolastico provinciale e dirigenti delle scuole primarie e secondarie per fare il punto sullo stato delle strutture e sull’agenda delle riaperture. Nel corso della riunione il sindaco, Maurizio Brucchi, ha affermato che le scuole a Teramo saranno riaperte solo al termine delle verifiche della Protezione Civile e che per le primarie inagibili ha già fatto richiesta di Musp, moduli prefabbricati, quali sedi alternative. Per quanto riguarda le scuole di competenza della Provincia, invece, le verifiche sono in corso e nel frattempo sono stati disposti i lavori di sistemazione laddove necessari.
“Se non ho scuole dichiarate inagibili dalla Protezione Civile non posso ottenere moduli prefabbricati – ha detto il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino – Inoltre gli istituti hanno mediamente lo stesso grado di vulnerabilità e quindi dovrei chiedere i Musp per tutti e parliamo di migliaia di studenti. Impensabile. Ci vorranno tre o quattro mesi per completare le certificazioni di vulnerabilità per ciascun edificio sprovvisto, con quello possiamo stilare il piano degli investimenti sulla base di una priorità stabilita con criteri oggettivi. Esiste, innegabile, il problema delle scelte da fare nell’immediato, delle responsabilità da assumersi considerate le allerta che si susseguono. Per ora stiamo dentro un protocollo definito, quello della Protezione Civile, stiamo tutti agendo sotto il peso di numerose emergenze e credo che le decisioni vadano assunte insieme a tutte le altre istituzioni che stanno operando in questa filiera. Quello che dobbiamo fare è accelerare i processi rispetto agli scenari”.