Presentata a Teramo la nuova stagione di prosa 20017/18 organizzata dall’Acs, Abruzzo Circuito spettacolo.
L’ACS è la società aggiudicataria per la gestione del Teatro Comunale che, come prima iniziativa, ha deciso di presentare la stagione teatrale che prenderà il via nel mese di Novembre per durare fino ad Aprile. Tante le novità per la nuova gestione come la riqualificazione del bar sito all’interno del teatro comunale, che ora è diventato un punto vendita, e info per gli abbonamenti. Novità per i ragazzi che hanno compiuto 18 anni nel 2016: potranno utilizzare Bonus Cultura per l’acquisto degli abbonamenti e dei biglietti. Inoltre per ciascun titolo in programma è previsto un incontro informale degli attori con il pubblico e i cittadini che vorranno conoscerli, chiedere curiosità, farsi una foto. Per la prima volta Teramo e il suo Teatro godranno di un’offerta culturale progettata e armonica nella sua ampiezza e poliedricità: Stagione di Prosa, Stagione di Musica, Stagione Lirica, Stagione di Danza, Stagione di Teatro Ragazzi.
Il Presidente Fiorenza, prima ancora di illustrare la ricca stagione proposta da ACS, ha affrontato il tema caldo del rapporto tra ACS e la Società Primo Riccitelli “Io e Maurizio Cocciolito ci conosciamo da molti anni e gli riconosco l’ottimo lavoro fatto a Teramo; proprio per questo fin da subito ACS ha provato a tessere un dialogo con la Riccitelli la quale finora non ha avuto nessuna apertura nei nostri confronti. Del resto ACS è in grado di portare avanti una Stagione di altissimo livello a Teramo così come ha saputo fare in altri importanti Teatri nella regione, registrando il tutto esaurito a Chieti e Sulmona. Certamente auspichiamo una sinergia con chi ha avuto per tanti anni la possibilità di programmare a Teramo e ha saputo farlo con grande professionalità, ma credo che due stagioni non siano possibili. Piuttosto potremmo dar vita insieme ad una programmazione ancora più ricca, che preveda 10 o addirittura 12 spettacoli e diverse tipologie di abbonamento.”
LA STAGIONE DI PROSA
Non ti pago, di Eduardo De Filippo, per la regia di Luca De Filippo, Con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi. Una storia che parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente e sfaccendata, che nella cruda realtà quotidiana fatta di paure, angosce e miseria non rinuncia però alla speranza, all’illusione, all’ingenua attesa di un colpo di fortuna che determini un futuro migliore. Uno dei testi più noti della prima drammaturgia eduardiana ed anche uno dei più divertenti. Un classico senza tempo.
Madame Bovary, di Gustave Flauber, regia Andrea Baracco, con con Lucia Lavia e con Elisa di Eusanio nel ruolo di Lheureux. L’adattamento teatrale di Madame Bovary esplora la possibilità che la parola scritta riesca a cogliere solo una minima parte della vita umana e, come avviene per la scrittura di Flaubert, utilizza una varietà di tecniche per mostrare come il semplice linguaggio sia spesso un mezzo inadeguato per esprimere emozioni e idee. Classico ma innovativo.
Sorelle Materassi, libero adattamento di Ugo Chiti dal romanzo di Aldo Palazzeschi, regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic, Marilù Prati. Tra pathos e ironia, grottesco e pietà, lo spettacolo mostra come l’ingenuità caricaturale e la repressione delle passioni siano la causa della propria rovina, un dramma familiare mascherato dalle tinte ironiche. Divertente e spietato.
L’ora di ricevimento (banlieue), di Stefano Massini, regia di Michele Placido, con Fabrizio Bentivoglio. Racconta con verità e ironia l’incontro–scontro culturale, sociale e religioso tra le famiglie di una classe di bambini delle periferie delle metropoli europee e un Professore attento e partecipe alla crescita culturale dei suoi allievi, ma che, nel percorso dell’anno scolastico cui assistiamo, si trova a mettere in discussione il modello educativo di una classe intellettuale borghese sempre più spiazzata dai cambiamenti epocali della recente storia contemporanea. Attuale e intenso.
Van Gogh, l’odore assordante del bianco (nuovo allestimento), di Stefano Massini, regia Alessandro Maggi, con Alessandro Preziosi. Siamo nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Manson, in Provenza, nel 1889: in una stanza bianca vive Vincent Van Gogh, i suoi pensieri sono ossessivi, non sa di cosa o di chi si può fidare, la sua mente lo tradisce: cosa è reale e cosa è illusione? Tragico e visionario.
Copenaghen di Michael Frayn, regia di Mauro Avogadro, con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice. Un avvincente dramma storico-scientifico, in scena il formidabile duello verbale, su due fronti bellici contrapposti, fra i fisici Niels Bohr e Werner Heisenberg, alla vigilia del devastante uso della bomba atomica. Il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero. Poliedrico e psicologico.
Zio Vanja (nuovo allestimento), di Anton Cechov, regia di Vinicio Marchioni, con Vinicio Marchionim e Francesco Montanari. Zio Vanja è uno dei capolavori assoluti del teatro cechoviano, in cui le conversazioni e le vicende di un gruppetto di personaggi si intrecciano in una ricostruzione minuziosa di atmosfere sospese e vagamente inquietanti. Con Zio Vanja Cechov riesce a fare una riflessione profonda sulla società del suo tempo, che, come la nostra è votata al fallimento perché incapace di dare speranza nel futuro. Commedia tragica.
Il Padre, di Florian Zeller, regia di Piero Maccarinelli con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere. Andrea è un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer, così va va vivere con la figlia, e la situazione, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia. Delicato e dolorosamente poetico.