Terremoto a Teramo, vertice in Provincia, si valuta evacuzione Comune Torano. Riunione con i dirigenti scolastici e poi con i sindaci dei vari Comuni colpiti.
I danni denunciati sono ingenti, ci sono circa 3000 persone fuori casa e: “al momento è difficile stabilire quanti di questi hanno la casa inagibile o parzialmente inagibile e quanti, invece, sono solo spaventati dal susseguirsi degli eventi” ha sottolineato il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino. In questa fase emergenziale i Comuni sono impegnati nell’assistenza socio-sanitaria e, soprattutto, come è emerso dalla riunione di questo pomeriggio, non hanno tecnici o strutture tecniche adeguate o sufficienti a far fronte a verifiche e controlli. Ingenti i danni al patrimonio storico e religioso, tante le chiese e i palazzi danneggiati, i cimiteri chiusi e, naturalmente, il problema delle scuole: anche dove non ci sono lesioni strutturali la paura è molta e le famiglie cercano rassicurazioni e verifiche certificate. In questo ore, i Comuni, sono impegnati a redigere le schede per mappare puntualmente immobili e danni.
Il presidente Renzo Di Sabatino, per consentire i sopralluoghi e perdurando un clima di “paura e incertezza per lo sciame sismico” ha proposto di chiudere le scuole per tutta la settimana ma: “naturalmente ogni Sindaco decide per il suo territorio; alla luce della riunione di questa sera c’è un orientamento generale a lasciare gli studenti a casa almeno fino a sabato”. In questo senso si è già espresso ufficialmente il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi.
Antonio Iovine della Protezione civile ha sottolineato che sono arrivati 11 mila richieste di verifiche solo dai privati: “ne abbiamo evase 4000 ma non possiamo far fronte a tutte nell’immediato perché i tecnici della protezione Civile sono impegnati in vaste aree del centro Italia e in alcune di queste, come sapete i danni e le emergenze sono molto gravi”. Ha consigliato ai Sindaci di seguire le procedure della somma urgenza e ha annunciato che già questa sera il Consiglio dei Ministri dovrebbe licenziare un Decreto contenente risorse e provvedimenti per far fronte ai danni della nuova scossa di ieri.
Per le scuole superiori. Da un primo monitoraggio sono due le situazioni veramente critiche: fra il “Forti” e il “Pascal” di Teramo ci sono 28 aule con problemi, anche se non di tipo strutturale, oltre agli uffici amministrativi; al Convitto di Teramo, che non è di proprietà della Provincia ma di cui ci si sta facendo carico in quanto ubicato nella stessa struttura del Liceo Delfico, ci sono 5 aule con lesioni e un piano del dormitorio che attualmente alloggia 40 convittori inagibile.
“Intanto faremo subito i lavori dove è possibile – ha dichiarato il presidente Renzo Di Sabatino che ha incontrato i dirigenti scolastici questa mattina insieme al consigliere delegato Graziano Ciapanna – e pensiamo di recuperare all’uso una parte degli spazi danneggiati. Per i convittori potremmo decidere per una momentanea sistemazione in una struttura alberghiera. Stiamo già verificando con i Dirigenti le diverse opzioni”. I sopralluoghi negli altri istituti non hanno evidenziato situazioni diverse da quelle già rilevate dai tecnici della Protezione Civile all’indomani del sisma del 24 agosto e comunque: “non lesioni strutturali” ha specificato il Presidente che ha intenzione di chiedere ulteriori verifiche alla struttura dedicata della Protezione Civile: “al momento parliamo di danni alle tramezzature, ai controsoffitti e di infiltrazioni d’acqua cui cercheremo di far fronte con le somme urgenze”.
E’ inagibile la Casa dello Sport di via Taraschi a Teramo sede del Centro per l’Impiego e dove, al piano terra, c’è una storica palestra dove allenano numerose società sportive. Restando al patrimonio provinciale sono inagibili, inoltre, due piani del palazzo di Largo San Matteo dove sono ospitati la Polizia Provinciale e la ragioneria dell’Ufficio Scolastico provinciale; quest’ultima sarà collocata nello stesso stabile nei piani agibili mentre per la Polizia Provinciale e per lo stesso Centro per l’Impiego si stanno verificando in queste ore le possibili soluzioni.