“E’ a dir poco vergognosa la proposta di un Daspo ai commercialisti che vengono in sostanza equiparati ai delinquenti.”
“E’ assurdo l’atteggiamento di questo Governo che pensa di recuperare 7 miliardi di coperture per disinnescare l’aumento dell’Iva, sulle spalle di professionisti, già soggetti a sanzioni amministrative e responsabilità penali nel caso in cui rilascino attestazioni per crediti inesistenti”.
Così commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Guerino Testa, alla volontà manifestata dal governo nazionale di applicare il Daspo alla categoria dei commercialisti.
“Preme ricordare che l’acronimo Daspo – specifica il Consigliere – sta per Divieto di accedere alle manifestazioni sportive, e dunque uno strumento atto ad impedire aggressioni violente nei luoghi in cui si svolgono avvenimenti sportivi. E’ di una gravità assoluta che lo Stato possa anche solo ipotizzare di estendere tale misura ad una categoria professionale cui, tra l’altro appartengo. Oltre alla completa mancanza di rispetto nei confronti dei commercialisti – continua Testa – l’attuale Governo non ha evidentemente la minima contezza degli strumenti normativi e deontologici in essere. Mi preme, in tal senso, evidenziare due aspetti. Intanto l’Ordine dei commercialisti ha un regolamento deontologico molto stringente a cui ogni iscritto “corretto” si attiene scrupolosamente. E coloro che dovessero rilasciare attestazioni mendaci per crediti fiscali sono soggetti non solo a responsabilità amministrative ma anche penali previste dal Dlgs 74/2000 .Inoltre, l’ art 3 del D.L 138/2011 ha stabilito l’istituzione, in seno agli ordinamenti professionali, di organi a livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni amministrative, ai quali sono specificamente affidate l’istruzione e la decisione delle questioni disciplinari e di un organo nazionale di disciplina. Disciplina, appunto, e leggi ben chiare e articolate. Ed anche laddove fosse necessario modificare i regolamenti vigenti o colmare una lacuna normativa,in nessun modo sarebbe giustificabile il ricorso al Daspo. E mentre in queste ore una delegazione del Consiglio nazionale dei commercialisti – evidenzia – attraverso una protesta costruttiva, ha consegnato un documento congiunto con Confindustria, contenente un nutrito pacchetto di proposte di semplificazione fiscale, il Governo ritratta sul Daspo. Un passo indietro, forse, che però – conclude Testa – nulla toglie all’indignazione generata all’intera categoria professionale trattata come i peggiori ultrà che non rispettano le regole”.