Slitta al 27 luglio la decisione del Gup riguardante il procedimento giudiziario sui tetti di spesa delle cliniche private per l’anno 2010 che vede tra gli imputati l’ex presidente della Regione Chiodi, l’ex sub commissario Baraldi e l’ex assessore regionale Venturoni.
E’ stata rinviata al prossimo 17 luglio la decisione del gup del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea in merito al procedimento giudiziario sui tetti di spesa delle cliniche private per l’anno 2010. Tra i cinque imputati ci sono l’ex governatore, in qualità di ex commissario ad acta della sanità abruzzese, Gianni Chiodi, l’ex sub commissario Giovanna Baraldi, l’ex assessore regionale Lanfranco Venturoni e due tecnici dell’Agenzia nazionale per i servizi regionali. Questa mattina è cominciata la discussione in aula e il primo a prendere la parola è stato il pm Andrea Papalia. A seguire l’avvocato Tommaso Marchese, legale delle parti civili Synergo e Villa Serena, ha parlato per oltre due ore.
A conclusione del suo intervento l’avvocato Marchese ha detto che “la verifica dibattimentale è assolutamente opportuna, per il fatto che già le intercettazioni hanno fornito un quadro completo di quanto è avvenuto. Il dibattimento potrà servire a completare nella giusta sede il giudizio di responsabilità, che noi naturalmente riteniamo esserci”.
Subito dopo sono intervenuti i difensori dell’ex sub commissario Baraldi e dell’ex assessore Venturoni. L’udienza è stata aggiornata al 27 luglio prossimo, per il completamento della discussione e la decisione del giudice per le udienze preliminari, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dall’accusa a carico dei cinque imputati. Sotto la lente della Procura pescarese è finito il ridimensionamento dei tetti di spesa. Secondo l’accusa, l’ex presidente della Regione Chiodi, coinvolto in qualità di ex commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, avrebbe fatto firmare alle cliniche private contratti di prestazione di assistenza ospedaliera, collegando la firma al pagamento dei crediti che le cliniche vantavano nei confronti della Regione. L’ex presidente della Regione avrebbe fatto pressioni sulle cliniche per far firmare quei contratti e avrebbe tenuto un “generale atteggiamento ostruzionistico volto a non fornire i dati per procedere all’attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa”.