A distanza di oltre 40 anni dalle ultime fatiche delle giovani artigiane pennesi torna a vivere l’antica tradizione dell’arazzeria vestina.
Stiamo parlando di uno degli esempi di artigianato artistico abruzzese più suggestivi nella già ricca tradizione nella nostra Regione. Arazzi da parete realizzati con la tecnica del basso liccio da sapienti mani con una maniacale cura dei dettagli. Una tradizione che torna a vivere grazie all’iniziativa dell’Arazzeria Vestina 66, composta proprio da quelle giovani artigiane oggi signore mature che, nonostante l’attività sia stata abbandonata alla fine degli anni ’70, non hanno mai perso la passione:
“Soprattutto nostalgia per una cosa bella che avevamo creato – ci racconta Maria Di Martino una delle prime artigiane – ma anche la curiosità di confrontarci con le tecniche di oggi. All’epoca dal nulla abbiamo creato laboratori a Penne, poi ognuna ha dovuto percorrere strade diverse perché per quanto sia stato faticoso ed affascinante questo tipo di lavoro, purtroppo ci si guadagnava molto poco.”
Dietro alla rinascita dell’antica tradizione un progetto ampio che si è dotato anche di importanti collaborazioni come la Dmc, la Sartoria di Penne e la Fondazione Menegaz che ospiterà a Castelbasso l’arazzo dal prossimo 20 luglio.
“La tradizione mista ad innovazione – spiega la giornalista Elvira Giancaterino – visto che l’arazzo è realizzato su un disegno dell’artista Giuseppe Stampone, abruzzese una delle firme più apprezzate nel panorama dell’arte moderna. Quindi non il solito disegno di natura bucolica, ma un’immagine d’impatto, moderna che si confronta con l’antica tecnica.”