Dopo sette mesi di ora legale, domenica 29 ottobre, si torna all’ora solare. Lancette indietro di un’ora alle 3.00.
Con il ritorno dell’ora solare, la prossima notte, si dormirà un’ora in più. Alle ore 3.00 si dovranno spostare un’ora indietro le lancette degli orologi. L’ora solare ci terrà compagnia durante i mesi più freddi dell’anno, quelli autunnali ed invernali. L’ora legale invece ci da appuntamento all’ultimo weekend di marzo 2018.
Precisamente a che ora bisognerà rimettere gli orologi?
Per convenzione, le ore 03:00 di domenica 29 ottobre, diventeranno le ore 02:00. Si usano questi orari per evitare disagi con i mezzi di trasporto. Gli orologi quindi, si dovranno portare indietro di un’ora.
Ci sono rischi per la salute durante questo cambio di orario?
Avremo meno luce a disposizione durante il giorno e questo può incidere sul nostro stato psico-fisico. La luce solare, è noto, produce buon umore perché stimola la produzione di serotonina. Alcuni studi, legati all’ora in meno di luce a disposizione, hanno evidenziato la possibilità di accusare i seguenti sintomi: astenia, spossatezza, tristezza e insonnia. Niente paura però, non dovrebbe durare più di qualche settimana. Il nostro organismo infatti dovrà adeguarsi al nuovo ritmo veglia-sonno. Gli esperti consigliano di non mangiare troppo la sera e di andare a letto sempre alla stessa ora.
Risparmio energetico:
Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, ricorda che dal 26 marzo 2017, grazie, proprio a quell’ora quotidiana di luce in più, l’Italia ha risparmiato complessivamente 567 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di oltre 200 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 320mila tonnellate.
Terna spiega che “Spostando in avanti le lancette di un’ora, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità. Dal 2004 al 2017, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 8 miliardi e 540 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 435 milioni di euro”.