Purtroppo non sono buone le notizie provenienti dalla Selta Spa di Tortoreto, questo perché la direzione aziendale ha annunciato al tavolo sindacale nazionale che fra i quattro stabilimenti presenti sul territorio nazionale, quello di Tortoreto sarà sacrificato e dunque chiuso.
Ricordiamo che attualmente la Selta è in una situazione di pre-concordato preventivo in quanto nei conti del gruppo è stato riscontrato un “buco” da 47 milioni di euro. Gli stabilimenti produttivi sono quattro: a Tortoreto, a Cadeo (Piacenza) a Roma e ad Avellino per un totale di circa 260 dipendenti, di cui 80 a Tortoreto. Ad annunciare la situazione sono stati il segretario della Fiom Cgil Mirco D’Ignazio e quello della Fim Cisl Marco Boccanera a seguito del confronto avvenuto nella sede romana di Confindustria, nel quale l’azienda ha confermato il medesimo intendimento di chiusura di Tortoreto e ridimensionamento degli altri siti, che ha trovato la forte contrarietà delle organizzazioni sindacali. Il coordinamento nazionale, ha ritenuto di coinvolgere nella discussione il commissario e lo stesso tribunale di Milano (competente territorialmente). La richiesta di concordato preventivo è stata infatti depositata al tribunale di Milano e la sezione fallimentare ha dato tempo alla Selta fino al 1° aprile per produrre una proposta definitiva con il piano concordatario. Sostanzialmente i sindacati vogliono capire quanto è concreto l’annuncio, che si basa sul possibile ingresso di un finanziatore, a cui interessano solo i campi della cybersecurity e dell’energia, a svantaggio degli altri stabilimenti, e non quello delle telecomunicazioni, che si svolge a Tortoreto. In alternativa agli 80 licenziamenti, la Selta offrirebbe a 25 degli 80 lavoratori di Tortoreto un trasferimento a Roma. Nella Capitale verrebbero anche trasferiti i quattro lavoratori dello stabilimento di Avellino, piccolissimo, che sarebbe chiuso. Una situazione su cui i lavoratori hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di chiedere la convocazione di un incontro al prefetto di Teramo, Graziella Patrizi, in concomitanza del quale sarà indetta una giornata di sciopero ed un contestuale presidio di lavoratori davanti la prefettura. L’incontro servirà «coinvolgere tutte le istituzioni territoriali e nazionali, affinché venga salvaguardato il futuro occupazionale del sito teramano», si legge in una nota dei sindacati. L’obiettivo è dunque arrivare subito a un incontro al ministero dello Sviluppo economico, dato il particolare momento di transizione nell’amministrazione regionale.
Il servizio del Tg8