Portare la vertenza Betafence sul tavolo del Mise entro settembre. E’ l’obiettivo unitario di sindacati e istituzioni, che questa mattina si sono ritrovati insieme ai lavoratori al presidio convocato dalle organizzazioni sindacali davanti al sito produttivo di Tortoreto per protestare contro l’annunciata chiusura dell’azienda.
Chiusura che dovrebbe arrivare a fine anno, mettendo a rischio 155 posti di lavoro. L’azienda ha motivato la chiusura del sito di Tortoreto con le perdite legate al lockdown, ma per i sindacati si tratterebbe di una scusa per delocalizzare all’estero,
“La Betafence di Tortoreto è un’azienda in salute – hanno ribadito i sindacati – a dimostrarlo è anche l’Ebitda, l’indicatore di bilancio che stabilisce qual è la ricchezza generata dalla gestione operativa di un’azienda”. Edibta che è stato di 3.013.000 euro nel 2019. “La priorità adesso è che venga convocato il tavolo al ministero – commenta il segretario della Fim Cisl Marco Boccanera – non possiamo perdere tempo, La Betafence non può chiudere”.
Una lotta, quella a difesa del sito di Tortoreto, che ha incassato la solidarietà e l’impegno di tutta la politica (questa mattina erano presenti al presidio il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, i sindaci di Tortoreto, Giulianova e Montorio, l’assessore regionale Piero Fioretti e numerosi consiglieri regionali oltre al deputato Antonio Zennaro). Nei prossimi giorni il presidente della Provincia convocherà un tavolo istituzionale per arrivare alla redazione di un documento unitario, mentre Zennaro si è impegnato a sollecitare la convocazione del tavolo al Mise il prima possibile