Rigopiano: la commemorazione sette anni dopo la tragedia

Il 18 gennaio per l’Abruzzo da sette anni è il giorno del ricordo delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano. Tutti i servizi del Tg8 sulle cerimonie a Farindola, a Chieti e Montesilvano

Ventinove palloncini lasciati volare in cielo, su ogni palloncino il nome delle 29 vittime rimaste sotto le macerie dell’hotel Rigopiano travolto da una valanga il 18 gennaio del 2017. E se Paola Ferretti, mamma di Emanuele Bonifazi, una delle vittime, parla di condanna per coloro che da sette anni piangono i loro cari, la celebrazione di quest’anno si unisce alla speranza che il prossimo 9 febbraio dalla Corte d’appello giunga una sentenza giusta rispetto alle responsabilità di chi avrebbe potuto evitare quelle morti: “Spero in un ottavo anniversario – dice Gianluca Tanda presidente del Comitato delle vittime di Rigopiano – in cui possiamo commemorare i nostri cari con la certezza che giustizia è stata fatta, perché è impensabile che nessuno paghi per quello che è accaduto.” La più grande tragedia, dopo il terremoto dell’Aquila, in Abruzzo ricordata, oggi anche dai massimi rappresentanti istituzionali. La premier Giorgia Meloni che ha rivolto un pensiero alla memoria delle vittime; i presidente del Senato, La Russa, e della Camera, Fontana, che si augurano venga fatta presto giustizia, il ministro degli Esteri Tajani che ha voluto ricordare l’eroicità dei soccorritori, la sottosegretaria di stato Fausta Bergamotto, oggi presente alla commemorazione, e il deputato di Forza Italia Nazario Pagano che hanno sottolineato quanto sia importante lavorare per la sicurezza del nostri territori. Sulla stessa linea il presidente della Regione, Marco Marsilio: “Rigopiano è il drammatico esempio – ha detto – di come non si deve gestire un’emergenza, una tale sfilza di errori a più livelli che stiamo pagando a caro prezzo anche oggi. Sono vicino ai parenti delle vittime ed anche quest’anno sono voluto salire qui sul luogo della tragedia per testimoniare la mia vicinanza.”

Dopo la fiaccolata, la deposizione dei fiori alla base del cippo che una volta segnalava l’ingresso dell’hotel ed è ora diventato un simbolo inequivocabile della tragedia, alla presenza delle istituzioni: il prefetto di Pescara, la Bergamotto, il presidente Marsilio, quello del Consiglio regionale Sospiri, e rappresentanti delle forze dell’ordine. Dopo la deposizione dei fiori è stata celebrata la messa, nel piazzale, tra ciò che è rimasto dell’hotel.

Alle 16.49, poi, nell’ora esatta in cui la valanga dal Monte Siella si è abbattuta con tutta la sua violenza sulla struttura, un coro di Atri ha intonato il celebre canto alpino “Signore delle Cime”, mentre venivano liberati in aria i palloncini bianchi: “Ringrazio tutte le istituzioni intervenute – ha poi concluso Tanda nel salutare i partecipanti alla commemorazione – devo dire che in questi anni sono state sempre presenti, ma a queste stesse istituzioni chiedo come mai non abbiano mai apertamente ammesso di aver sbagliato, al di là dei vari processi, noto ancora oggi il solito, triste gioco dello scaricabarile, ma mai nessuno ci ha chiesto pubblicamente scusa per ciò che è stato e non doveva essere”.

IL SERVIZIO DI LUCA POMPEI

“Sono trascorsi sette anni dal giorno in cui quella terribile valanga travolse l’hotel Rigopiano e spezzò la vita di 29 persone. Oggi il mio pensiero va alla loro memoria, unito all’abbraccio che rinnovo alle famiglie e ai loro cari, con l’auspicio che venga fatta piena luce su una tragedia che sconvolse l’Abruzzo e l’Italia intera. Per non dimenticare”. Lo ha scritto sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Paola Ferretti, mamma di Emanuele Bonifazi, una delle 29 vittime che morì sotto le macerie di Rigopiano, ha detto: “Il dolore non passerà mai tanto qui gli unici condannati siamo noi all’ergastolo a vita. Fine pena mai per noi. Emanuele, mio figlio, lavorava nell’hotel da quattro anni. Oggi è difficile parlare. Posso dire che prima mi sentivo tradita. Ora mi sento anche ingannata. Cosa mi aspetto dal futuro? Una sentenza giusta. Nessuno di noi cerca vendetta perché sappiamo che niente è nessuno potrà ridarci quello che ci è è stato tolto. Noi chiediamo semplicemente giustizia non solo per i nostri angeli, ma per tutti gli italiani perché quello che è successo a Rigopiano non debba accadere mai più. Chi amministra in nome e per conto dello Stato ha delle responsabilità e va punito nel modo dovuto”.

“Un dolore che si rinnova e si trasforma, dopo sette anni sento ancora Gabriele qui vicino a me e vivo nel suo ricordo ogni giorno” ha aggiunto Giuly Romani, la fidanzata di Gabriele D’Angelo, il cameriere morto nella tragedia. Lei oggi lavora al Comune di Montesilvano dove il sindaco Ottavio De Martinis ha voluto che anche lei fosse presente alla cerimonia nel giardino di via Nilo.

 

A Chieti, questa mattina, la cerimonia organizzata dal comune di Chieti e dalla famiglia, nei pressi del monumento in ricordo del poliziotto teatino Dino Di Michelangelo, scomparso sotto le macerie dell’hotel insieme alla moglie Marina Serraiocco. La madre e il fratello non vogliono vendetta ma “attendono che il cerchio” si chiuda: fiducia nella magistratura e negli uomini

https://youtu.be/aUlTNxSnE08?si=mgVcUU6Xt8ck_xaW