Avezzano ricorda i quattro escursionisti morti nella tragedia avvenuta sul monte Velino dedicando loro una targa commemorativa inaugurata in via Aldo Moro, largo caduti dei Vigili del fuoco, di fronte al nuovo Municipio.
In un clima di intensa commozione, il sindaco Gianni Di Pangrazio, ha ricordato oggi, 30 maggio, Valeria Mella, Gianmarco Degni, Tonino Durante e Gian Mauro Frabotta le vittime della tragedia che “ha colpito al cuore” l’intera comunità avezzanese e marsicana.
Erano presenti alla cerimonia il vescovo Pietro Santoro, l’assessore regionale alla Protezione Civile Guido Liris, il presidente della Provincia Angelo Caruso, il presidente del consiglio Fabrizio Ridolfi, il consigliere delegato alla Protezione Civile Maurizio Seritti, gli assessori e i consiglieri comunali, i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine e del soccorso.
Di Pangrazio ha detto: “E’ una giornata uggiosa e non poteva essere diversamente visto che oggi si ricorda una tragedia che ha colpito al cuore un’intera comunità. Abbiamo scelto questa piazzetta perché è dedicata ai Vigili del fuoco che, in quei bruttissimi giorni, insieme a tutti i soccorritori, furono impegnati senza mai perdere la speranza di trovare ancora in vita quei poveri ragazzi che sono stati accolti in cielo dal Signore e ricordare il grande cuore della nostra città e della comunità marsicana.
La tragedia del monte Velino, infatti, oltre a tenere con il fiato sospeso le famiglie e l’intera comunità marsicana fino al tragico epilogo, fece scattare una mobilitazione ad ampio raggio su scala nazionale con un enorme dispiegamento di forze a tutti i livelli. Fino a che i corpi dei quattro sfortunati giovani, con un grande amore per la montagna, non furono ritrovati a valle Majelana”.
Quei giorni drammatici sono stati ricordati anche dal Vescovo dei Marsi che ha benedetto la pietra che guarda al Velino e la targa in pietra lavica dipinta a mano, donata da una famiglia avezzanese, con la scritta “Che sia sempre il sorriso a condurvi sulle cime più alte…”
Monsignor Pietro Santoro ha detto: “Abbiamo atteso, pregato, sperato e poi consegnato al signore i nostri 4 ragazzi: le loro anime sono vive per l’eternità. Siamo qui per riconsegnare i loro volti alla storia della Marsica, perché ciò che è accaduto sta a significare che appartengono alla nostra storia. Sono e sono stati una lezione di vita poiché sono stati cercatori di meraviglia e di bellezza del creato. Questa pietra guarda il Velino affinché la vita sia ricerca di bellezza e di amore. Abbraccio le famiglie e preghiamo perché ognuno di noi possa essere degno della loro storia. Un giorno ci rivedremo. Certo ora è un legame diverso”, ha concluso rivolto ai familiari, “ma siate fieri dei vostri ragazzi”.