Condannato in primo grado per abbandono di incapace aggravato dalla morte e vilipendio di cadavere, è stato assolto in secondo grado dalla Corte d’assise d’appello dell’Aquila
La vicenda è quella di Luca Orsini, commercialista pescarese, e della sua ex compagna, Ornella Florio, all’epoca dei fatti 39 anni, dipendente di una banca, che sette anni fa fu trovata morta nel bagno della sua abitazione, a Pescara, impiccata con una cintura al termosifone.
I fatti risalgono al 7 luglio del 2017. Quella mattina Orsini, dopo una notte a base di alcol e droga a casa della ex compagna, allertò la polizia di Pescara riferendo che la donna si era tolta la vita. Ipotesi a cui i famigliari della 39enne non credettero fin dall’inizio.
Nel 2022 Orsini fu condannato con rito abbreviato a quattro anni e quattro mesi, per i reati di abbandono di incapace aggravato dalla morte e vilipendio di cadavere, mentre fu assolto da quelli di omicidio collegato all’abbandono di incapace e cessione di droga.
Nel pomeriggio, dopo lunghissima discussione, la sentenza di assoluzione della Corte d’assise d’appello dell’Aquila. Il procuratore aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, così come le parti civili.
La difesa era imperniata sul fatto che c’era una lettera in cui la donna annunciava il suicidio e si scusava con la famiglia e sul fatto che le prove scientifiche a disposizione non escludevano che la morte potesse essere conseguenza dell’impiccamento. Si attende di conoscere le motivazioni della sentenza.