Il consigliere regionale e presidente della Commissione di Vigilanza Pietro Smargiassi chiede alla Regione di mantenere la promessa e, con i 9 milioni di euro in arrivo dallo Stato, di aiutare il settore del wedding messo in ginocchio dalla pandemia.
“Ci sono oltre 9 milioni di euro in arrivo per l’Abruzzo, assegnati dal DPCM del 30 giugno scorso, per offrire un sostegno alle attività economiche particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica dovuta al Covid-19. Tra le attività indicate rientrano quelle del wedding, un settore messo letteralmente in ginocchio, con perdite in tutta Italia dell’80% del fatturato, pari a ben 29 miliardi di euro, nel 2020, e del 100% da gennaio a marzo 2021. In Abruzzo sono circa 1.500 gli operatori del settore wedding che, nonostante la ripartenza degli ultimi mesi, stanno ancora pagando a carissimo prezzo quanto accaduto nel pieno dell’emergenza sanitaria. La Regione mantenga la promessa e le aiuti”. Ad affermarlo è il consigliere regionale e presidente della Commissione di Vigilanza Pietro Smargiassi il quale, oggi a Pescara, nel corso di una conferenza stampa ha illustrato ai giornalisti la situazione e le nuove opportunità economiche che si possono aprire per il futuro di queste aziende.
Il presidente Smargiassi ha evidenziato : “Mi sono più volte interessato alla questione anche con una mozione, approvata all’unanimità dalla terza Commissione, con la quale avevo ottenuto l’impegno della Giunta a trazione Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia, a sostenere questo ramo dell’economia abruzzese. Finora non è stato fatto niente di concreto per dar seguito all’impegno preso. Adesso che, grazie al Governo, si crea un’opportunità che non può essere sprecata, mi auguro che qualcosa si muova e che alle parole seguano i fatti.
In Abruzzo abbiamo circa 1.500 operatori del settore wedding che, nonostante la ripartenza degli ultimi mesi, stanno ancora pagando a carissimo prezzo quanto accaduto nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Solamente nella nostra regione si è registrato un calo di cerimonie tra l’85% e il 90%, con ricadute su tutto l’indotto. Gli enormi danni economici subiti vengono acutizzati dalla non applicabilità, in termini di efficacia, del modus di calcolo dei ristori posto in essere dal Governo. Purtroppo, infatti, il settore wedding non è riconosciuto e inquadrato in un apposito codice ATECO, a causa del vasto panorama di imprese e professionisti riconducibili a distinti codici, ma che operano, in taluni casi, quasi esclusivamente all’interno del settore cerimonie. Pensiamo, a titolo di esempio, a produttori di bomboniere, confetti, fiori, abiti da sposa, location da cerimonie e fotografi specializzati. Su questa tematica avevamo chiesto un interessamento mirato alla Giunta Marsilio, che si sarebbe dovuta fare carico della questione al tavolo della conferenza Stato-Regioni. Purtroppo ad oggi dobbiamo constatare l’ennesima promessa non mantenuta.
Ora quindi è arrivato il momento di dar seguito alle parole e agli impegni presi dal punto di vista del sostegno economico ma anche, e soprattutto, alla richiesta di un unico codice ATECO e alla promozione della nascita di reti di filiera e/o consorzi, e/o distretti, che comprendano, sul territorio regionale, molteplici attività economiche appartenenti al settore degli eventi privati, cerimonie e wedding, coniugando così il sostegno finanziario alla valorizzazione del territorio”.