Luci ed ombre nel bilancio di fine anno del WWF Abruzzo che parte da un nuovo grido d’allarme per l’Orso bruno marsicano e scivola via tra nuove e positive consapevolezze ma anche forti ritardi.
Intanto una nuova campagna a tutela dell’Orso bruno marsicano con “Orso 2X50” che ha come obiettivo raddoppiare la popolazione, da 50 a 100 individui, entro il 2050. Molto è stato fatto con i recinti elettrificati e la messa in sicurezza di tre vasche potenzialmente pericolose, in una di queste sono morti di recente ben 5 esemplari, ma molto altro va fatto per tutelare questa specie unica al mondo ed estremamente autoctona. Si tende, poi, a progettare nuovi insediamenti edilizi a ridosso o peggio nel cuore delle riserve, vedi impianti sciistici ritenuti dal WWF dispendiosi sotto il profilo del denaro pubblico e scarsamente redditizi, per non parlare di nuove costruzioni a ridosso dei fiumi e del mare. Sul fronte caccia il WWF denuncia il regalino di Natale ai cacciatori della Regione Abruzzo che ha prolungato, lo scorso 24 dicembre, la stagione venatoria in riferimento alla beccaccia nonostante la sentenza del Tar che disponeva la chiusura al 31 dicembre. Il discorso, poi, sui gravi ritardi relativi all’organigramma del Parco regionale Sirente-Velino ancora sotto commissariamento dal 2015 e al mancato avvio del Parco Nazionale della Costa Teatina istituito nel 2001. C’è poi il tema delle grandi battaglie ambientali contro il metanodotto Snam di Sulmona, la tutela dell’acquifero del Gran Sasso, la bonifica della discarica di Bussi, la dura lotta contro il realizzazione del Centro Commerciale Mirò e la terza discarica in contrada Santa Lucia ad Atri. Per finire la situazione dei fiumi. Sul fronte depuratori le promesse ed i primi interventi sembrano indirizzati verso la strada giusta ma i dati Arta continuano ad essere allarmanti e sui contratti di fiume c’è una visione ancora troppo parcellizzata che non tiene conto dei bacini nella loro completezza.
Il servizio del Tg8