Dopo la morte dei cuccioli d’orso bruno marsicano, annegati nelle vasche di raccolte dell’acqua piovana, il WWF ha illustrato nuove iniziative per la salvaguardia della specie.
Questa mattina, presso la sede della Regione Abruzzo di viale Bovio a Pescara, Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, e Luciano Di Tizio, delegato del WWF Abruzzo, alla presenza del sottosegretario regionale all’ambiente Mario Mazzocca, hanno illustrato le più recenti iniziative dell’associazione in difesa dell’Orso bruno marsicano dopo che il 15 novembre scorso una mamma e i suoi due cuccioli sono stati trovati annegati in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana nel territorio del Comune di Villavallelonga, nella zona di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Nell’esposto alla procura, nel quale il WWF ripercorre l’intera vicenda, emerge come sia le istituzioni sia i privati, indicati come proprietari della vasca fossero a conoscenza della situazione di pericolo. Già con le morti di altri due orsi nel 2010 per il medesimo motivo, nel 2012 era stato posizionato un recinto a protezione della vasca, ma con il passare del tempo il recinto ha ceduto e,nel 2018, l’associazione Salviamo L’Orso aveva informato l’Ente Parco della situazione di pericolo e aveva, anche richiesto di intervenire con la messa in sicurezza, però non effettuata fino al tragico epilogo di metà novembre. Nell’esposto, il WWF, annuncia di volersi costituire parte civile, nel caso ci fosse un provvedimento, e auspica che si effettuino le indagini al fine di riscontrare ogni eventuale responsabilità. Per quanto riguarda, invece la messa in sicurezza della vasca è stato effettuato un primo intervento di emergenza. I guardia-parco hanno posizionato un recinto elettrificato e svuotato la vasca, ma non si può considerare una soluzione permanente, in quanto le nevicate invernali potrebbero danneggiare la recinzione e mettere fuori uso i pannelli solari di alimentazione. A seguito della prima messa in sicurezza, l’Ente Parco ha rapidamente autorizzato un progetto per la chiusura dell’invaso con pietre. I lavori previsti per la messa in sicurezza sono da poco iniziati, bisogna ora procedere con celerità prima del peggioramento meteo invernale che potrebbe rendere ancora più difficili le operazioni. Il WWF si dice pronto a collaborare, anche economicamente, agli interventi di messa in sicurezza definitiva e a monitorare la conclusione e l’efficacia dei lavori. Nella nota di questa mattina indirizzata a tutte le prefetture nei cui territori di competenza ricade l’areale dell’orso bruno marsicano e ai Parchi Nazionali d’Abruzzo Lazio e Molise e della Majella, ai Parchi regionali dei Monti Simbruini e del Sirente-Velino, alle Riserve Naturali Regionali delle Gole del Sagittario, del Monte Genzana e Alto Gizio, di Zompo lo Schioppo, del Lago di San Domenico e Lago Pio, all’autorità di gestione del PATOM, alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, il WWF ha chiesto, ricordando quarto successo, agli Enti di essere a conoscenza delle situazioni di pericolo e ha predisposto un elenco di tutte le realtà potenzialmente pericolose al fine di predisporre interventi e successivi monitoraggi. A questo riguardo il personale dell’Oasi WWF delle Gole del Sagittario, in collaborazione con il comune di Anversa degli Abruzzi, ha già effettuato una serie di controlli nel territorio di sua competenza e in quello limitrofo. Nei pressi del confine dell’Oasi, sono state individuate due situazioni potenzialmente critiche legate sempre a punti di approvvigionamento idrico artificiale, dove, pur essendo stati presi già in passato dei provvedimenti, è bene rafforzare la sicurezza. Il personale dell’Oasi sta già programmando gli interventi necessari, che saranno realizzati nel più breve tempo possibile. Un’ulteriore segnalazione riguarda poi una vasca fuori dalla zona dell’Oasi, al confine tra i Comuni di Ortona dei Marsi e Anversa degli Abruzzi, che, anche se è già coperta, richiede però un’opera di messa in sicurezza su due bocchette di approvvigionamento di piccole dimensioni che potrebbero rappresentare un pericolo per i cuccioli. Un altro punto della convenzione è la formazione di unita’ specializzate (binomi cane-conduttore) finalizzate al monitoraggio della fauna nei territori che si estendono fuori delle aree protette. L’assessore regionale ai Parchi e riserve, Lorenzo Berardinetti spiega:
“Il protocollo rappresenta un tassello importante inserito all’interno del percorso delle attività di monitoraggio previsto nella valutazione ambientale strategica, che dovrà essere effettuato dopo l’approvazione del Piano faunistico venatorio regionale”,
Il WWF torna a ricordare la necessità di moltiplicare gli sforzi per la salvaguardia dell’Orso bruno marsicano, specie a rischio estinzione. Da più di un anno l’Associazione chiede che siano convocati gli Stati generali dell’Orso che, ai massimi livelli istituzionali, fissino una road map di interventi a breve, medio e lungo termine per assicurare la conservazione dell’Orso nell’Appennino centrale. La tutela dei circa 50 esemplari di Orso bruno marsicano sopravvissuti richiede scelte decise e coraggiose, azioni concrete che non possono essere vanificate dallo sviluppo di impianti sciistici o dagli interessi dei gestori delle aziende faunistico-venatorie del versante laziale del Parco o, peggio, dal non spendere mille euro per chiudere una vasca.